Giudiziaria
04.10.2025 - 09:00
Gioacchino Sacco, l’uomo che la notte di Ferragosto ha investito e ucciso alla guida di una Lancia Ypsilon senza fermarsi Federico Salvagni, è imputato in un processo per una truffa con le auto. Materia dell’inchiesta decine e decine di vetture acquistate all’estero: Audi, Volkswaghen e qualche Bmw, in alcuni casi i modelli erano datati e anche con molti chilometri. L’indagine - condotta dal pubblico ministero Giuseppe Miliano - ha toccato anche San Felice Circeo e Terracina.
Oltre al 49enne originario di Aquino ma residente da diverso tempo a Terracina, (in carcere da quasi due mesi per omicidio stradale aggravato) nell’inchiesta sulla truffa e la ricettazione rischiano di essere rinviate a giudizio altre dieci persone. Ieri mattina davanti al gup del Tribunale di Latina Giuseppe Cario era in programma l’udienza preliminare dove il magistrato dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura. Alla fine l’udienza è stata rinviata al prossimo 20 marzo per un difetto di notifica. A vario titolo i reati contestati sono truffa e ricettazione ma anche evasione fiscale.
Gli investigatori hanno scoperto un meccanismo con cui sono state raggirate diverse Motorizzazioni: era un sistema che sembrava infallibile venuto alla luce a seguito di una serie di accertamenti. Come riportato in un capo di imputazione gli indagati si sono procurati un profitto ingiusto di 50mila euro su un imponibile di 220mila euro. In altri casi il profitto è stato di oltre 100mila euro, in altri casi invece di 10mila. Un giro consistente. Lo schema utilizzato è sempre stato lo stesso e ha portato a truffare le Motorizzazioni di Roma, Civitavecchia, Arezzo, Caserta, Frosinone. Dagli accertamenti è emerso il profilo di Sacco che ricopriva il ruolo di amministratore di fatto di una società individuale. Insieme a lui è indagata una donna di origine romena, titolare di una ditta individuale e un uomo anche lui straniero, delegato ad operare su un conto corrente. Secondo l’accusa hanno acquistato da commercianti residenti nella Comunità Europea auto usate per rivenderle in un secondo momento a privati acquirenti nazionali facendoli risultare «quali acquisti operati direttamente da questi ultimi mediante l’apporto causale della titolare di una ditta individuale - è scritto nelle carte dell’inchiesta - che con artifizi e raggiri produceva documentazione fiscale e amministrativa apocrifa utilizzata per la nazionalizzazione dei veicoli di provenienza comunitaria. Inducevano in errore il pubblico ufficiale in servizio in merito alla genuinità della documentazione dalla quale emergeva che l’acquisto risultava operato direttamente all’estero dal privato, con i benefici fiscali ottenuti in maniera fraudolenta». I fatti contestati sono avvenuti fino al giugno del 2021. Per alcuni indagati è stata contestata anche la distruzione e l’occultamento di documenti amministrativi e contabili del 2019 e del 2020.
Nei confronti di Sacco in passato aveva indagato la Guardia di Finanza di Isernia: nel 2019 fu coinvolto in un’altra inchiesta: si tratta dell’operazione Galaxy che aveva portato anche all’esecuzione di alcune misure restrittive. Il 49enne fu arrestato e in un secondo momento aveva ottenuto gli obblighi di firma per i reati di truffa aggravata e falso in atto pubblico. Tra cinque mesi l’udienza preliminare davanti al gup con una nuova accusa.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione