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Cronaca

Tentato omicidio di Gustavo Bardellino, tutti archiviati gli indagati

Quasi tre anni d’indagine non sono bastati per chiarire il tentato omicidio di Gustavo Bardellino

Tentato omicidio di Gustavo Bardellino, tutti archiviati gli indagati

Quasi tre anni di indagini non sono bastati per fare luce sul tentato omicidio a colpi di pistola di Gustavo Bardellino, 45enne nato a Pozzuoli ma trapiantato nel sud pontino, ferito alla spalla destra da uno dei due colpi di pistola esplosi nel tardo pomeriggio del 15 febbraio 2022 mentre si trovava nella concessionaria di auto Buonerba di Formia dove lavora come venditore. Su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Roma, Francesco Gualtieri, il giudice per le indagini preliminari del tribunale capitolino Ilaria Tarantino ha archiviato il procedimento per tutti i soggetti indagati, ossia Luigi Diana, Giovanni Lubello, Domenico Scotto, Luigi Di Tella, Domenico e Gianluca Buonerba. I sospetti maturati a loro carico sono rimasti tali, non sono stati «raggiunti sufficienti indizi di reità a carico di nessuno dei soggetti iscritti nel registro delle notizie di reato» come precisato dal pubblico ministero.


L’indagine era stata assegnata sin da subito alla Direzione Distrettuale Antimafia perché l’uomo ferito nell’agguato è il nipote di Antonio Bardellino, ritenuto lo storico fondatore del cosiddetto clan camorristico dei casalesi, uscito perdente dalla faida interna scoppiata all fine degli anni Ottanta. Ma i sospetti si erano concentrati sin da subito sull’imprenditore edile Luigi Diana assistito dall’avvocato Italo Montini, originario del casertano, ma trapiantato da anni a Formia, per questioni sentimentali derivanti da un presunto tradimento. In ogni caso l’inchiesta non ha provato il suo ruolo di ipotetico mandante, tantomeno che l’esecutore materiale possa essere stato Giovanni Lubello, a sua volta ex marito di Katia Bidognetti figlia di Francesco detto Cicciotto e’ mezzanotte, quest’ultimo ritenuto a sua volta uno dei personaggi di vertice degli stessi casalesi.


Nessuna conferma tantomeno ai sospetti che l’agguato fosse legato a rinnovati dissidi tra le nuove generazioni delle vecchie famiglie di camorra: lo stesso Luigi Diana è risultato estraneo a dinamiche di questo genere. Nel corso dell’indagine però gli investigatori dei Carabinieri hanno scovato un bunker all’interno di una villa in località Acquatraversa, nella periferia di Formia, che si sospetta sia stato utilizzato da Antonio Bardellino per nascondersi, alimentando l’ipotesi quindi che non sia stato ucciso in Brasile nel 1988, ma abbia continuato a vivere per un certo periodo nel sud pontino.

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