Cronaca
17.10.2025 - 12:29
Un grave atto intimidatorio ha scosso la tranquillità di Campo Ascolano, a Pomezia, non distante dal litorale pontino. Intorno alle 22 di ieri sera, un ordigno esplosivo è stato piazzato e fatto deflagrare sotto l'auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci.
L'esplosione, descritta dalla stessa trasmissione Report come "di una potenza tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento", ha completamente distrutto l'auto del giornalista e danneggiato gravemente la seconda vettura di famiglia, utilizzata abitualmente dalla figlia, oltre a provocare danni esterni alla palazzina adiacente. Fortunatamente, non si registrano né vittime, né feriti.
Ranucci, che vive sotto scorta dal 2014 a seguito di minacce di morte da parte della mafia, ha parlato al telefono con il Corriere della Sera nel cuore della notte, esprimendo la sua angoscia per l'accaduto e per il potenziale pericolo corso dai suoi cari. "Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell'esplosione, potevano ammazzarla...", ha dichiarato il conduttore. La figlia aveva infatti parcheggiato la vettura intorno alle 21:40, circa venti minuti prima dell'attentato.
Il giornalista ha inoltre fornito dettagli sulla natura dell'attacco, pur in attesa dei rilievi scientifici: "È stato utilizzato almeno un chilo di esplosivo". Ranucci non crede alla casualità, mettendo in relazione l'attentato con il suo lavoro: "Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report".
Sul posto, a seguito dell'esplosione, sono intervenuti immediatamente Carabinieri, Digos, Vigili del Fuoco per domare l'incendio e la Polizia Scientifica per i rilievi.
La Procura di Roma ha immediatamente aperto un'indagine, affidandola ai pm dell'Antimafia, coordinati dall'aggiunto Ilaria Calò. Al momento, si procede per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso. L'assenza di telecamere di sorveglianza in zona rende più complesse le operazioni per risalire ai responsabili e all'esatta matrice dell'ordigno.
Dopo una notte insonne, Ranucci si è recato in mattinata a denunciare l'accaduto, accompagnato dalla scorta dei Carabinieri. Parlando con l'ANSA, ha ribadito la gravità dell'intimidazione: "Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell'esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice".
Il conduttore ha ricordato di aver subito negli ultimi tempi minacce e intimidazioni crescenti, citando il ritrovamento di proiettili P38 e il pedinamento di soggetti non identificati. Inoltre, Ranucci denuncia da tempo un "clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti", un contesto che per i giornalisti d'inchiesta rende ancora più difficile e pericoloso il lavoro di denuncia. L'attentato di Campo Ascolano rappresenta un attacco non solo al giornalista, ma un grave avvertimento alla libertà di stampa.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione