Il fatto
25.11.2025 - 11:45
Un’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Latina ha smascherato e ricostruito il tentativo di Antonio Fusco detto zi Marcello, imprenditore latinense di 62 anni ritenuto contiguo alla mafia apriliana, di ostacolare l’amministrazione giudiziaria del ristorante Giovannino sottratto al suo controllo in seguito al provvedimento di sequestro della Dda di Roma del febbraio scorso. Ne è scaturita una nuova inchiesta della stessa Direzione Distrettuale Antimafia capitolina che oggi ha portato all’applicazione delle misure cautelari per tre indagati disposte dal Tribunale di Roma: Zi Marcello è finito in carcere, ai domiciliari una donna di 39 anni che aveva gestito il locale quando era sotto il controllo di Fusco. Nella vicenda è coinvolto anche un professionista di 56 anni del capoluogo pontino, per il quale è scattata l’interdizione dalla professione.
L’indagine condotta dagli investigatori del tenente colonnello Antonio De Lise ha permesso di scoprire che nel periodo tra marzo e aprile lo stesso Antonio Fusco, sebbene fosse ristretto in regime di arresti domiciliari, abbia avvicinato i dipendenti del ristorante di Foce Verde per convincerli a dimettersi dalla società sottoposta all’amministrazione giudiziaria, offrendo loro in cambio lo stesso stipendio che avrebbero percepito lavorando. Lo avrebbe fatto sfruttando un permesso che gli era stato concesso dal giudice per lasciare il domicilio durante gli arresti, avvalendosi della compiacenza della donna di 39 anni e del professionista. Un caso di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, documentato grazie alla testimonianza resa da una delle vittime ai magistrati della Dda di Roma.
Il ristorante del lido di Latina era finito sotto sequestro e affidato a un amministratore nominato dal Tribunale, nel corso di un’appendice investigativa dell’inchiesta Assedio che smantellato quella che i magistrati ristendono sia stata un’organizzazione mafiosa capace di condizionare la città di Aprilia. Sodalizio al quale era legato anche l’imprenditore latinense Antonio Fusco, ritenuto il gestore occulto di Giovannino a Mare attraverso una società di suo riferimento che controllava dal 2019 la gestione dell’attività di ristorazione. Secondo le investigazioni dei carabinieri, Fusco avrebbe anche potuto contare sul sostegno iniziale di Marco Antolini, ritenuto uno dei personaggi di primo piano dell’organizzazione mafiosa apriliana.
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