Il fatto
27.11.2025 - 15:30
A Roma e ad Aprilia si attende che l’iter avviato da una decina di giorni per l’estradizione di Patrizio Forniti e della moglie Monica Montenero arrivi a dama in modo da poter processare entrambi per le gravi accuse mosse dalla Dda di Roma dopo due anni di indagini. Ma nel frattempo, sebbene nel riserbo più stretto e impenetrabile, continuano le indagini per scoprirequali canali e quali soggetti abbiano contribuito a garantire la latitanza della coppia per oltre un anno e mezzo, dal luglio del 2024 quando proprio la Direzione distrettuale antimafia diede il via alla maxi operazione “Assedio” che piombò su Aprilia, ma non solo, come un fulmine a ciel sereno.
Voci e fantasie vorrebbero che i due fuggitivi siano sfuggiti all’arresto utilizzando dei cuniculi sotto l’abitazione nelle campagne apriliane. Molto più probabile invece, che i due fossero fuggiti da Aprilia già da qualche giorno. Che abbiano avuto contezza dell’approssimarsi delle ordinanze? Le stesse voci, ma stavolta la pista sarebbe forse più verosimile, vorrebbero entrambi fuggire in Marocco passando per la Spagna. Qui infatti si sospetta che Forniti abbia potuto contare su una rete di fiancheggiatori legata ad alcune famiglie di ‘ndrangheta. E’ così che avrebbe avuto modo di lasciare l’Europa, dove il rischio di essere raggiunto dagli investigatori e riportato a Roma e Latina senza dover nemmeno avviare le procedure di estradizione, è altissimo. Che la meta della fuga fosse fuori dall’Europa era infatti scontato. Kenya, Marocco, altri paesi africani, luoghi in cui alcune famiglie della criminalità organizzata, anche quelle con cui lo stesso “gatto” sembrava essere in contatto, ma soprattutto in buoni rapporti, hanno da tempo posato le mani. Non è dato sapere da quanto tempo si trovassero a Casablanca i due fuggitivi. Ma sembra molto verosimile che l’arresto che li ha portati in carcere, sia scattato a seguito di una qualche svolta attesa in tempi brevi.
La pista più probabile quindi, è che Forniti e Montenero stessero pensando di cambiare Paese. Restare troppo tempo in un posto in cui si hanno contatti, ma di cui non ha il controllo capillare del territorio, non è forse la scelta migliore. Solo i boss del territorio riescono a vivere in latitanza per anni nello stesso territorio, a patto che ne abbiano il controllo totale. Gli esempi dei boss di mafia lo dimostrano. E forse gli investigatori dopo aver rintracciato la coppia hanno deciso di chiedere alla Gendarmeria reale di procedere all’arresto proprio temendo che da lì a breve i due avrebbero potuto sparire di nuovo. Come detto i Paesi più papabili che avrebbero potuto scegliere potrebbero essere altri Stati africani, dal Sud Africa, al Kenya, ma anche qualcuno oltreoceano, e qui non si può escludere di certo il Venezuela, la Colombia, l’Ecuador.
Di certo l’africa, nelle rotte della droga dal Sud America, negli ultimi anni ha rivestito un ruolo importantissimo ed in costante crescita. In particolare i Paesi che affacciano sull’Atlantico. Molto meno probabile invece, una possibile fuga in qualche Paese dei Balcani, o la Turchia. Resta poi da capire chi materialmente abbia aiutato in questo anno e mezzo Forniti, la cui latitanza proverebbe ancora una volta, il potere e l’ampiezza della rete su cui può contare. Si cercano anche le piste dei soldi. Conti esteri, soggetti che possano aver portato soldi contanti. La latitanza costa, bisogna essere in grado di far fronte a spese ingenti senza lasciare tracce. Servono contanti certo, ma servono anche fondi su conti esteri e protetti. E serve che nessuno parli.
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