Giudiziaria
28.11.2025 - 16:30
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone
Rispondeva agli annunci di vendita dei quad. Ma era un modo per appropriarsi dei mezzi senza pagare, minacciando i venditori di essere un membro della famiglia Casamonica. Quattro anni e mezzo per estorsione, furto con strappo e tentata estorsione per Gianluca Maliziola, 53 anni di Frosinone.
È quanto ha deciso il giudice monocratico Antonio Ruscito del tribunale di Frosinone al termine del giudizio immediato a carico dell’uomo, difeso dall’avvocato Luigi Tozzi. Il pubblico ministero Samuel Amari ha chiesto quattro anni e otto mesi. Nella requisitoria ha ripercorso le due vicende verificatesi a tre giorni di distanza, tra il 20 e il 23 settembre 2024. «La sua intenzione era di fare una truffa - ha evidenziato il pm - ma i fatti sono stati più gravi: un’estorsione e una tentata estorsione in un caso e un furto con strappo e tentata estorsione nell’altro».
I due venditori, uno di Sant’Elia Fiumerapido e l’altro di Aprilia, si sono presentati col quad a casa di Maliziola. Ma in entrambi i casi l’affare non è andato in porto. Nel primo il quad non è stato più ritrovato, mentre nel secondo, grazie all’intervento della Polizia, il quadriciclo è stato recuperato. L’imputato era accusato di aver preteso, con la scusa di avere due banconote da 500 euro, il resto di 300 euro delle 700 non ancora consegnate come prezzo pattuito dalla vendita. Così facendo, si sarebbe appropriato del quad affermando di essere un Casamonica. Per essere più credibile, «incute timore fingendo una telefonata in lingua rom incomprensibile», ha detto il rappresentante dell’accusa.
Nell’altro caso, sempre con la tecnica del resto del pagamento, da 2.800 euro, non ancora effettuato, era accusato di furto con strappo di 200 euro, presi all’apriliano e di tentata estorsione. La vittima sarebbe stata minacciata con le frasi «Sono stato in galera già tanto e non ho paura di ritornarci» e «Non sai con chi hai a che fare», come rimarcato dal pm che ha sottolineato «la coerenza del racconto delle persone offese e il riconoscimento effettuato in questura» e l’aggravamento della misura dai domiciliari al carcere. L’avvocato Luigi Tozzi per Maliziola ha chiesto il minimo della pena, puntando l’attenzione sulle scuse dell’imputato e sul comportamento tenuto in aula. Chiesto anche il ripristino dei domiciliari: per la difesa l’uomo si sarebbe allontanato di casa solo per andare in ospedale. Su questo il giudice si è riservato.
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