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Il fatto

Un ex agente segreto di Latina indagò sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

Un settantenne pontino che ha lavorato per il Sisde ascoltato dalla Commissione parlamentare d'inchiesta. All'uscita ha aggredito Massimo Giletti della Rai

Un ex agente segreto di Latina indagò sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

I servizi segreti italiani si occuparono della scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana svanita nel nulla il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni, e tra gli agenti dell’intelligence che all’epoca furono incaricati di monitorare la famiglia della ragazza c’era anche un ex militare di Latina, che in quel periodo prestava servizio presso il raggruppamento Sisde di Roma. La vicenda è emersa solo in queste settimane, nell’ambito dei lavori svolti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che sta scavando proprio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. L’ex 007 del capoluogo pontino, C.M. le sue iniziali, è stato ascoltato la scorsa settimana dai componenti della Commissione bicamerale d’inchiesta proprio per chiarire una serie di aspetti che riguardano l’attività svolta dall’allora Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica nell’ambito di una vicenda che a distanza di 42 anni resta un giallo irrisolto.

L’audizione è durata poco meno di due ore, dalle 13:55 alle 15:46, ma il contenuto è stato secretato su richiesta dello stesso ex agente segreto latinense, che oltretutto non ha dato il proprio consenso a comparire nelle immagini video per ragioni di riservatezza. Finora il suo ruolo non era mai emerso nell’ambito del caso Orlandi, anzi l’interessamento del Sisde è trapelato proprio in seguito all’apertura dell’inchiesta parlamentare. Proprio nel corso dei lavori della Commissione bicamerale è stato identificato il settantenne di Latina, che ha prestato servizio per i servizi segreti italiani per un periodo della sua via dopo un’esperienza da militare. Aveva poi cambiato lavoro, essendo stato per molti anni, fino al pensionamento, impiegato di un ufficio pubblico nel capoluogo pontino.

Della vicenda si è occupata anche la trasmissione Lo Stato delle Cose di Raitre, condotta da Massimo Giletti, che aveva anticipato proprio l’interessamento del Sisde sulla sparizione di Emanuela Orlandi, essendo in possesso di documenti dei servizi segreti italiani che attestano l’indagine svolta all’epoca. E in particolare l’attività di pedinamento compiuta dal Sisde nei confronti di familiari e parenti, compreso uno zio della giovane cittadina vaticana, Mario Meneguzzi, un tempo gestore di uno dei bar di Montecitorio, nel frattempo deceduto, figura controversa e già oggetto delle attenzioni investigative negli anni Ottanta, salvo essere risparmiato dalle indagini dopo scrupolose verifiche.

Nell’ambito della nuova inchiesta della Procura di Roma sulla sparizione di Emanuela Orlandi, il suo nome è tornato all’attenzione degli inquirenti e un anno fa erano state perquisite due abitazioni della sua famiglia, perché magistrati e investigatori dei Carabinieri hanno deciso di non tralasciare alcun aspetto e ora stanno vagliando più di una pista. Del resto il suo lavoro a contatto con le stanze del potere, ma anche l’incarico ricevuto dalla famiglia Orlandi di gestire all’epoca i contatti con i presunti rapitori e le sue avances nei confronti della sorella di Emanuela (Natalina, allora ventunenne, stenodattilografa alla Camera) cinque anni prima della scomparsa, lo rendono un personaggio meno marginale di quanto fosse ritenuto all’epoca, nell’ambito di una vicenda che nel corso degli anni ha scomodato più di una teoria sui misteri che accompagnano questo caso ancora irrisolto.

Proprio in merito al ruolo di Meneguzzi potrebbe essere stato ascoltato l’ex agente segreto di Latina, uno tra i primi a entrare in casa Orlandi dopo la scomparsa di Emanuela. Secondo quanto rivelato dalla trasmissione Rai, il settantenne pontino era collega dell’agente che aveva confermato a Meneguzzi di essere pedinato dagli investigatori della Polizia. Lo stesso Massimo Giletti la scorsa settimana ha atteso l’ex 007 all’uscita da palazzo San Macuto a Roma, dov’è stato ascoltato dai componenti della commissione parlamentare d’inchiesta, e lo ha incalzato fino a quando l’ex agente del Sisde lo ha colpito con un pugno.

«Perché avete avvisato Mario Meneguzzi che lo stavate pedinando? Voi dei Servizi lo avevate avvisato che lo stava pedinando, mi vuole spiegare perché?» ha chiesto il presentatore più volte seguendolo in strada. Dopo qualche risposta vaga, l’ex agente segreto ha cercato di negare le insinuazioni del giornalista Rai, finendo per ignorarlo.

Sul contenuto dell’audizione è trapelato ben poco in questi giorni, tenendo conto che i componenti sono tenuti a garantire la segretezza. Ma sembra che il settantenne di Latina abbia aggiunto ben poco alle informazioni già acquisite dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, confermando di fatto l’interessamento del Sisde al caso, almeno nell’immediatezza della sparizione di Emanuela Orlandi.

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