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Cronaca

Una gambizzazione ai Giardinetti per vendicare il figlio di Lallà Di Silvio

Il dettaglio emerge dalle dichiarazioni dei pentiti. Pasqualino Di Silvio sparò a un uomo per una lite al bar. Era il marzo del 2007

Una gambizzazione ai Giardinetti per vendicare il figlio di Lallà Di Silvio

Descrivendo l'attività criminale di stampo mafioso del clan al quale è stato affiliato, il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo è in grado di descrivere anche la crescita compiuta dalla famiglia di Armando Lallà Di Silvio, spiegando come il boss fosse un personaggio temuto già diversi anni prima che riuscisse a imporsi ai vertici della malavita latinense. Teorema che si basa sulle velleità dei figli di Lallà sin dai primi anni del Duemila, almeno quelli più grandi, vale a dire Giuseppe Pasquale, risparmiato da Alba Pontina perché detenuto dal 2010, oltre a Ferdinando Pupetto e Samuele. È il primo a dimostrare fin da adolescente di avere la stoffa per fare carriera e in fretta. «Pasqualino era anch'egli una persona temuta e rispettata. Ricordo che già nel 2002 gambizzò un ragazzo di nome A.P. - spiega il collaboratore, sbagliando però la datazione dei fatti - Quest'ultimo aveva assunto droga ed era un po' sballato e, mentre si trovava ad un bar, ebbe una discussione con Pasqualino il quale, senza pensarci, andò a prendere la pistola del padre. Raggiunse Amedeo ai "Giardinetti" e gli sparò intorno alle 5 di pomeriggio». In un altro passaggio, sempre a riguardo di Giuseppe Pasquale detto Pasqualino, Agostino spiega: «Il padre ne ha sempre riconosciuto grinta e carisma criminale, anche perché è stato lui il primo dei figli a sparare».

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