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Pennacchi, un nuovo libro e una maratona di lettura per ricordarlo

Per la collana “I Meridiani” di Mondadori uscirà nel 2026 un volume con una selezione dei suoi lavori curato da Giuseppe Iannaccone

Pennacchi, un nuovo libro e una maratona di lettura per ricordarlo

A pochi anni dalla sua scomparsa, Antonio Pennacchi resta una figura cardine della letteratura italiana contemporanea. Il 2 agosto, all’Arena Cambellotti, si terrà per la seconda volta la maratona di lettura - organizzata dalla famiglia e dagli amici - per ricordalo. “Palude” è il testo scelto per questa occasione. Autore riconosciuto e amato, ha saputo raccontare con originalità la storia italiana del 900 partendo dalla sua terra, Latina, senza mai restarne prigioniero. Il suo capolavoro “Canale Mussolini”, vincitore del Premio Strega nel 2010, ha restituito dignità narrativa alla storia della bonifica pontina, trasformando un contesto apparentemente periferico in una chiave di lettura dell’intero Paese. Ma Pennacchi non è stato solo questo. Nel 2026 Mondadori gli dedicherà un Meridiano uno dei più alti riconoscimenti editoriali in Italia. Il volume – curato Giuseppe Iannaccone che lo ha conosciuto, stimato e con cui lo scrittore ha lavorato nella redazione de L’Indipendente – raccoglierà una selezione di opere scelte, non un’opera omnia, ma un’antologia ragionata capace di restituire al lettore tutta la complessità e la ricchezza della sua voce narrativa. Pennacchi era uno scrittore che sapeva attraversare generi diversi, con libertà e intelligenza: dal romanzo storico al noir filosofico sempre intrecciando memoria collettiva, ricerca storica e tensione etica. Pennacchi era anche un personaggio: ruvido, diretto, talvolta polemico, ma sempre autentico. Lo si poteva incontrare per le strade di Latina, con la sua sciarpa rossa, pronto a discutere con chiunque di politica, storia o letteratura. Sembrava a volte un outsider, un intellettuale “di pancia”, ma la mente coltissima, appassionata, profondamente democratica lo rendeva un intellettuale prezioso. Difendeva con forza le sue idee, ma era anche capace di ascoltare e legittimare l’opinione altrui. Una dote sempre più rara. Antonio Pennacchi è stato “l’aedo” della città di Latina, come sottoline anche Iannaccone, ma non può e non deve essere confinato a una dimensione locale. Il suo sguardo era universale, partiva dal basso, dalla provincia, per parlare all’Italia intera. Senza mai cadere nel folcloristico, ha fatto della storia locale un punto di partenza per una riflessione ampia, politica e umana. “Il Meridiano” che uscirà è, in un certo senso, la consacrazione definitiva. Antonio Pennacchi entra nel canone dei grandi della letteratura italiana. Ma più ancora di un riconoscimento editoriale, sarà l’occasione per rileggere la sua opera con occhi nuovi. Senza strumentalizzazioni, senza riduzioni ideologiche, senza provincialismi. Solo con la consapevolezza che Pennacchi ci ha lasciato in eredità un’opera viva, profonda, necessaria. E che quella voce, così unica, così vera, merita ancora di essere ascoltata.

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