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Elio e l'universo poetico di Jannacci. Intervista all'artista milanese

Lo spettacolo "Quando un musicista ride" questa sera al Teatro Olimpico di Roma

Elio e l'universo poetico di Jannacci. Intervista all'artista milanese

Elio (Foto di Luca Guadagnini)

Dopo il grande successo dello spettacolo ‘Ci vuole orecchio’, il vulcanico Elio riaffronta l’emozionante, tragicomico universo musicale del geniale medico e cantautore meneghino Enzo Jannacci, allargando l’orizzonte poetico agli artisti milanesi stravaganti, eccentrici e controcorrente degli anni ’60, con incursioni nel teatro-canzone di Giorgio Gaber, Dario Fo, Cochi e Renato, I Gufi, Clem Sacco e Umberto Eco. ‘Quando un musicista ride’ è il titolo della performance in tournée che approda martedì sera, 9 dicembre, alle ore 20.30 al Teatro Olimpico di Roma, per la regia di Giorgio Gallione. A poche ore dall’evento abbiamo intervistato il protagonista Elio.
 Il titolo  "Quando un musicista ride",  rispecchia un’altra canzone emblema di Jannacci, più intimista.
"La scelta del titolo e dei pezzi è condivisa sempre con il regista, mio alleato in queste avventure. Il significato è certamente più intimista, come accade sempre quando si parla di Jannacci la canzone descrive qualcosa che accade veramente. Chi suona ride molto, un concetto che lui esprime in questo brano partendo da un'idea quasi banale e senza pretese, per poi  raccontare i misteri dell’animo umano. Per questo Jannacci è un grandissimo poeta oltre che cantante comico, ma è anche drammatico e tragico, assolutamente reale".
Squadra vincente non si tocca, con gli stessi giovanissimi musicisti sul palco.
"Sì, tranne la sassofonista che è in dolce attesa, sostituita da Matteo Zecchi. Gli altri sono Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Giulio Tullio al trombone. Anche loro si sono appassionati a questa avventura che all’inizio sembrava senza futuro e invece è andata molto più avanti di quello che pensavamo, con reazioni inaspettate, tanto entusiasmo del pubblico per uno spettacolo che è un pochino più estremo dell’altro, anche se appare impossibile".
Nello spettacolo riaffiora un repertorio geniale per quegli anni e ancora oggi attuale. 
"Il tenore di questo spettacolo è molto ardito, avanti e trasgressivo, stiamo parlando di materiale di 50-60 anni fa, no? Impressiona la gente, a me poi piace molto vedere come reagisce il pubblico, tutti gli spettacoli li faccio anche per vedere che cosa succede. È come buttare un sasso nello stagno. Ci sono reazioni di contentezza, di applausi, c’è anche molta gente che resta un po’ paralizzata, quasi sotto shock, perché, forse esagero, alcune cose lasciano interdetti perché è materiale estremo. Dario Fo ad esempio è autore de ‘Il Foruncolo’, un testo stranissimo e che suscita le reazioni più disparate, dal silenzio assoluto alle ovazioni. C'è un pezzo di Giorgio Gaber ‘Benzina e cerini’, che adesso non sarebbe pensabile, perché è la storia di una lei che per gioco cosparge di benzina un lui e gli dà fuoco. All’epoca era chiaramente una burla, ma oggi è un argomento su cui chiaramente non si può più scherzare. Leggerò anche una interessante rielaborazione della favola di Cappuccetto Rosso scritta da Umberto Eco".
Che tipo di spettatori vi accoglie in sala?
"Un pubblico trasversale, di varie generazioni. A parte quelli come noi che già sono appassionati di questo genere, i meglio disposti sono i bambini perché non hanno pregiudizi di nessun tipo. C’è stata un’occasione, abbiamo fatto questo spettacolo al Petruzzelli di Bari e, non so perché, c’era una platea piena di bambini che hanno riso per tutto lo spettacolo. È stato meraviglioso, spero che anche a Roma vengano a vederlo".
Lo spettacolo rientra nel cartellone 2025/26 del Teatro Olimpico, official partner Castel Romano Designer Outlet. Infoline e prenotazioni: 349/2378200.

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