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Il caso

Assolti per il traffico di rifiuti

Per tre imputati chiesti due anni. Al centro dell’inchiesta della Dda i pezzi di ricambio di camion che finivano all’estero

Assolti per il traffico di rifiuti

Sono stati assolti perchè il fatto non sussiste al termine di una vicenda iniziata quasi dieci anni fa. Tre persone, tra cui un imprenditore di Latina, erano imputate davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Enrica Villani per il reato di traffico internazionale di rifiuti. Al centro dell’inchiesta nata a La Spezia e arrivata poi a Latina è finito un ingente giro di pezzi di ricambio di camion. E i numeri erano impressionanti.


In aula il pm Valerio De Luca applicato della Dda per l’udienza di ieri, aveva chiesto la condanna per gli imputati alla pena di due anni mentre il collegio difensivo composto dagli avvocati Daniele Giordano, Leone Zeppieri e Fabio Galiani ha chiesto l’assoluzione, puntando su diversi elementi tra cui uno: non era un traffico di rifiuti. E’ stata una prospettazione accolta alla fine dal giudice che ieri pomeriggio - al termine della camera di consiglio - ha assolto gli imputati perchè il fatto non sussiste.


Altri capi di imputazione tra cui il falso ideologico sono prescritti. Dagli accertamenti gli investigatori avevano ricostruito un sistema di esportazioni di parti di ricambio di auto e in particolare di camion che aveva portato nel corso delle indagini alla denuncia a piede libero dei tre imputati e al sequestro di un’area di 5mila metri quadrati tra Latina e Cisterna sulla Pontina in un secondo momento era stata dissequestrata. I pezzi di ricambio, tra cui i motori, erano destinati alla Turchia e all’Egitto. Secondo i riscontri in tre anni sono state 270 le esportazioni finite sotto la lente di ingrandimento degli investigatori a fronte di una movimentazione di 28 milioni di chili. Erano tre gli imputati, tra cui il titolare dell’azienda di Latina, (una ditta autorizzata a eseguire manutenzioni e smaltire un quantitativo di 30 chili o 30 litri giornalieri di rifiuti pericolosi), un altro uomo di origine egiziana, (titolare di una ditta di import ed export) e infine il legale rappresentante di una casa di spedizioni.

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