Il fatto
17.02.2025 - 18:00
Il quarantasettenne di Cellole, A.P., responsabile di aver colpito a morte, in maniera accidentale, il sessantasettenne Antonio Padolone, aveva la licenza di caccia sospesa, perché coinvolto in precedenza in una vicenda con altra persona. Questo è il particolare che emerge dalle indagini dei Carabinieri di Sessa Aurunca, che stanno indagando sull’episodio costato la vita A Padolone, conosciuto nel sud pontino e in particolare a Minturno, dove vivono dei parenti della moglie.
Come si ricorderà La vittima e l’indagato, nonostante la chiusura della caccia, decisero di andare a fare una battuta al cinghiale nei pressi della centrale del Garigliano. Il quarantasettenne imbracciava un fucile che gli aveva dato la stessa vittima, ma durante la caccia, così come ha riferito agli inquirenti A.P., è inciampato e dal fucile è partito accidentalmente il colpo, costato la vita ad Antonio Padolone. Per l’uomo di Cellole è scattata la denuncia a piede libero con l’accusa di omicidio colposo, porto abusivo di arma da fuoco e violazione della legge che regola l’attività venatoria. Quindi secondo quanto riferito ai militari dell’Arma si sarebbe trattato di una tragica fatalità. Una vicenda di cui, ora, si occuperà l’autorità giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, competente per territorio.
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