La decisione
31.03.2025 - 16:00
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di Yesenia Forniti, la 30enne di Aprilia arrestata nel luglio 2024 insieme ad altre 20 persone nell’ambito dell’operazione Assedio condotta dalla direzione distrettuale antimafia. I giudici della Suprema Corta hanno rigettato la richiesta della figlia di Patrizio Forniti, ritenuto dagli inquirenti il capo del clan autoctono di Aprilia e ricercato dal 3 luglio dello scorso anno, condannandola al pagamento delle spese processuali.
La 30enne ha presentato il ricorso dopo che il Tribunale del Riesame di Roma con l’ordinanza del 26 luglio 2024 ha confermato l’applicazione della custodia cautelare decisa dal giudice per le indagini preliminari. E con la sentenza del 18 dicembre dello scorso anno, pubblicata in questi giorni, anche la Cassazione ha confermato l’impostazione del gip rilevando la necessità della misura cautelare. Nel dispositivo il collegio ha sottolineato come la donna: «ha tratto il suo ruolo di partecipe non dal mero rapporto di parentale bensì dal suo specifico agire, segnatamente dalla sua presenza alle riunioni nel corso dei quali lei stessa si è espressa sulle attività del sodalizio, su taluni suoi membri e sulle iniziative da intraprendere nei confronti di chi avesse tenuto un comportamento contrario agli interessi».
Nella sentenza viene inoltre evidenziato il ruolo svolto da Yesenia Forniti nell’ambito dell’organizzazione, in particolare durante la detenzione del padre (ritenuto dagli inquirenti il capo) e per questo i giudici della Suprema Corte sottolineano che: «se non sottoposta alla misura più gravosa, potrà fungere da collegamento tra il padre (che risulta irreperibile) e gli altri membri per la prosecuzione delle attività delittuose e incidere sul compendio probatorio». Per questo il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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