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Voci da Aprilia, tra rabbia e riscatto dopo lo scioglimento per mafia

Tra indignazione, amarezza e voglia di cambiamento, cittadini, politica e associazioni commentano il provvedimento: “Ora si faccia pulizia, ma serve unità per ricostruire”

Voci da Aprilia, tra rabbia e riscatto dopo lo scioglimento per mafia

Lo scioglimento del Comune di Aprilia per infiltrazioni mafiose, deliberato dal Consiglio dei Ministri a seguito dell’inchiesta "Assedio", segna una frattura profonda nella vita democratica della città, ma anche un punto di svolta. Le reazioni sono arrivate immediate e da tutti i fronti: politica, associazionismo, chiesa e società civile.

Reti di Giustizia. Il sociale contro le mafie ha accolto con soddisfazione il provvedimento, definendolo “un atto dovuto”. “Non è una punizione per la città – si legge nella nota – ma un’occasione per far sorgere o aumentare la consapevolezza collettiva su ciò che avviene intorno a noi, ogni giorno, ossia abusi di potere, soprusi, disuguaglianze diffuse, il beneficio illecito di pochi a scapito del bene comune e dei diritti di ognuno”. L’associazione rivendica un lavoro di oltre dieci anni sul territorio e denuncia le parole vuote spese nel passato, come quelle dell’ex sindaco Principi che pubblicamente diceva di voler combattere la mafia mentre privatamente affermava: “Con il ca**o che ci costituiremo parte civile contro i Gangemi”.

Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia, ha definito il commissariamento un “provvedimento serio e grave” che “impone rispetto istituzionale e allo stesso tempo un'attenta riflessione politica su quanto accaduto”. Per Calandrini e il suo partito, si tratta di un’occasione per costruire un nuovo modello di partecipazione, fondato su “trasparenza, competenza e radicamento territoriale”, e di un momento per rilanciare la loro azione come punto di riferimento per “l’Aprilia di domani”.

Di tono diverso il commento di Daniele Leodori e Omar Sarubbo del Partito Democratico, che hanno puntato l’attenzione sul fatto che l’inchiesta abbia colpito “il Sindaco di centrodestra”, configurando “un quadro inquietante di condizionamento della cosa pubblica da parte della criminalità organizzata”. I due dirigenti dem lanciano un appello al riscatto e alla memoria, sottolineando che “ricordare non è solo un dovere, ma la premessa indispensabile per una vera ripartenza”.

Anche Libera si è espressa, parlando di “esito inevitabile” dopo l’inchiesta della DIA e della DDA di Roma. Per l’associazione antimafia, il commissariamento rappresenta un’opportunità per “una rigenerazione etica nel segno della legalità e della bellezza”, sottolineando il ruolo delle istituzioni e delle reti civiche nella costruzione di un nuovo orizzonte: “È il tempo della corresponsabilità e del protagonismo dei cittadini”.

Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha commentato a nome della componente di sinistra: “Lo scioglimento per mafia del Comune di Aprilia conferma che nel Lazio persistono e proliferano organizzazioni di stampo mafioso”. Zaratti evidenzia un “continuum territoriale” tra Aprilia, Anzio e Nettuno, e sottolinea l’importanza della partecipazione popolare per costruire “un programma serio e innovativo, in totale rottura col passato”.

Per il Comitato di Quartiere Aprilia Centro, il presidente Marco Finotti ha espresso “grande amarezza” per la decisione del Governo, ma ha colto anche una nota positiva: “Siamo dalla parte della magistratura e delle forze dell’ordine”, ha detto, ricordando l’operato del Commissario D’Attilio, apprezzato per l’ascolto e la risoluzione delle problematiche. “Aprilia ha bisogno di speranza e fiducia nel futuro – ha aggiunto – ci sono due anni per lavorare, tutti insieme”.

Anche il presidente provinciale di Italia Viva, Vincenzo Giovannini, ha espresso rammarico: “È certamente un marchio indelebile che resterà nella storia, che lascia l'amaro in bocca e che noi riteniamo che la città di Aprilia non merita”. Ma, aggiunge, “è anche l’inizio di una nuova fase”. Italia Viva si impegna, dice Giovannini, “a creare modelli di partecipazione e condivisione nel segno della trasparenza e della legalità”.

Dal fronte ecclesiale, arriva una riflessione intensa e accorata del vescovo Vincenzo Viva, che ha parlato di “una ferita profonda per la comunità cittadina”, ma anche di un’opportunità da vivere “alla luce della Pasqua”. “Il tempo del commissariamento – ha scritto – può diventare un tempo prezioso per avviare un sincero esame di coscienza collettivo”. Il Vescovo ha invitato le parrocchie a diventare “luoghi di discernimento comunitario” e ha ricordato il valore dell’impegno dei giovani studenti contro le mafie attraverso il progetto “Insieme è possibile”, nato proprio dalla Diocesi.

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