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L’inchiesta

Satnam bis, caso in Cassazione

La difesa di Renzo e Antonello Lovato ha impugnato la decisione del Riesame per padre e figlio indagati per sfruttamento del lavoro e destinatari dei provvedimenti restrittivi. A giugno le udienze

Effetto Satnam, boom di denunce per caporalato

Arriva in Corte di Cassazione l’inchiesta Satnam bis che aveva portato lo scorso 23 gennaio ad una indagine con gli arresti per sfruttamento del lavoro nelle aziende riconducibili ad Antonello e Renzo Lovato, rispettivamente padre e figlio finiti in carcere a seguito del provvedimento firmato dal gip Barbara Cortegiano. I legali degli indagati, gli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti, Valerio Righi, una volta depositate le motivazioni dal Tribunale del Riesame hanno impugnato la decisione presentando ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte. Due le date fissate entrambe per il mese di giugno: il 10 e il 24.

L’inchiesta, portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Latina, contesta i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato, con riferimento all’impiego di sette lavoratori stranieri clandestini. La difesa punta all’annullamento delle misure cautelari. Il Riesame ha mantenuto il carcere per Antonello Lovato, già detenuto dal 2 luglio per la morte del bracciante Satnam Singh, mentre Renzo Lovato ha ottenuto i domiciliari.

Le indagini hanno documentato gravi condizioni lavorative: i braccianti venivano pagati 5,50 euro l’ora, lavoravano dalle 7 del mattino fino a oltre le 13, anche nei fine settimana. Il 27 maggio inizierà in Corte d’Assise a Latina il processo a carico di Antonello Lovato per la morte di Satnam Singh, avvenuta dopo un incidente sul lavoro. Lovato non avrebbe prestato soccorso, abbandonando l’uomo mutilato davanti casa. Singh morì due giorni dopo all’ospedale San Camillo. Il caso ha suscitato vasta indignazione e acceso i riflettori sul caporalato. Durante la prima udienza, Lovato ha dichiarato di non aver voluto la morte del bracciante. Il giudice aveva descritto la sua condotta come “disumana”.

In Cassazione, a giugno, si deciderà sul ricorso: anche in caso di accoglimento, Antonello Lovato resterebbe in carcere per l’ordinanza relativa all’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale.

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