Il fatto
20.07.2025 - 18:50
Il virus West Nile ha fatto la sua prima vittima nel Lazio. Si tratta di una donna di 82 anni residente a Nerola, in provincia di Roma, deceduta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi dopo essere stata ricoverata il 14 luglio con febbre alta e stato confusionale, sintomi compatibili con la forma neuro-invasiva dell’infezione. È la prima morte registrata nella nostra regione, mentre il numero dei casi confermati sale a sei, tutti concentrati nella provincia di Latina.
Due pazienti, ricoverati all’ospedale Goretti di Latina, sono in condizioni critiche a causa di patologie pregresse. Gli altri quattro contagiati mostrano invece un progressivo miglioramento. La Asl di Latina, in collaborazione con l’Istituto Spallanzani, ha intensificato le attività di sorveglianza e prevenzione, sottolineando che al momento non esistono condizioni di allarme generale, ma che è fondamentale mantenere alta l’attenzione sanitaria.
Il West Nile non è una novità in Italia: è presente da anni, soprattutto nel Nord, ma i due casi confermati la scorsa settimana sono i primi autoctoni mai registrati nel Lazio. La malattia viene trasmessa dalla zanzara comune (Culex pipiens), che prolifera in ambienti umidi e stagnanti e punge prevalentemente tra il tramonto e l’alba. La trasmissione avviene esclusivamente attraverso la puntura dell’insetto infetto: non esiste contagio diretto da persona a persona.
Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica. Solo il 20% delle persone sviluppa sintomi lievi come febbre, mal di testa e spossatezza. In meno dell’1% dei casi può comparire una forma neurologica grave, con meningiti, encefaliti e paralisi, spesso letali nei soggetti anziani o fragili.
La Regione Lazio ha diffuso una serie di raccomandazioni ai Comuni e alla popolazione per contrastare la diffusione del virus:
Disinfestazioni mirate nel raggio di 200 metri dai luoghi a rischio.
Monitoraggio clinico negli allevamenti equini, animali considerati sentinella per la diffusione del virus.
Mappatura e trattamento larvicida dei corpi idrici fino a due chilometri oltre i centri abitati.
Informazione capillare ai cittadini sui comportamenti da tenere per proteggersi.
Ai medici, soprattutto quelli operanti nella provincia di Latina, è stato chiesto di prestare attenzione a eventuali sintomi neurologici e di considerare l’infezione da West Nile nella diagnosi differenziale di meningiti ed encefaliti.
Per difendersi dalla puntura delle zanzare infette e ridurre il rischio di contagio, ognuno può adottare semplici ma efficaci misure preventive:
Usare repellenti per insetti su pelle e abiti.
Indossare vestiti chiari e coprenti, in particolare nelle ore serali e notturne.
Evitare l’esposizione all’aperto all’alba e al tramonto.
Eliminare ogni ristagno d’acqua: sottovasi, bidoni, tombini scoperti, grondaie o contenitori inutilizzati possono diventare focolai larvali.
La Regione invita infine a non abbassare la guardia, pur in assenza di focolai generalizzati. La collaborazione tra autorità sanitarie, amministrazioni locali e cittadini è essenziale per contenere la diffusione del virus, proteggere le persone più vulnerabili e impedire che il West Nile si trasformi in un’emergenza estiva per il territorio pontino.
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