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Il processo

Uccise il padre a coltellate, il racconto in aula

La testimonianza della moglie della vittima: "Mio marito disse: 'arrestatela mi ha accoltellato'"

Le preoccupazioni, la tensione, le fughe e poi i ritorni, l’equilibrio precario,  fino a quella domenica mattina di settembre dell’anno scorso. C’è tutto questo nell’udienza di martedì 4 novembre in Corte d’Assise a Latina  dove è stato ricostruito il rapporto tra Aurelia Porcelli e il padre Guido, ucciso dalla figlia con una coltellata. La tragedia si era consumata in un appartamento di viale Kennedy. La donna, presente martedì 4 novembre in aula nel corso del processo, è accusata di omicidio volontario aggravato dal vincolo parentale, è difesa dagli avvocati Gaetano Marino e Daniele Giordano.  
Davanti alla Corte d’Assise -  presieduta dal giudice Gian Luca Soana, a latere Eugenia Sinigallia e davanti  al pubblico ministero Martina Taglione -  hanno deposto i testimoni, dagli agenti della Polizia, sia della Volante che della Scientifica intervenuti sulla scena del crimine, alla testimonianza più lunga, la più difficile e la più sofferta per le forti componenti emotive che conteneva:  quella della madre dell’imputata e moglie della vittima, la prima ad intervenire. «Mio marito ha amato i figli, anche troppo, i nipoti di più», è la premessa della donna che ha ricostruito cosa è accaduto la mattina del 22 settembre del 2024. Era uscita  per andare a fare la spesa in un supermercato che si trova a poca distanza da casa,  Aurelia le aveva detto le cose da comprare, era rimasta a casa con il padre. «Mio marito quando era a letto ha sentito Aurelia che sbraitava contro di lui  - racconta la donna che non era presente quando è avvenuto l’omicidio -  si è alzato ed è andato da lei e lei ha detto “ora vedi”.  Mia figlia - ha ricordato la donna -  è stata in cura al Centro di Salute Mentale, ha avuto una depressione,  aveva un disturbo bipolare. Quando sono rientrata a casa c’era Guido, mio marito che era ferito e  ha detto “Mettete in galera mia figlia che mi ha accoltellato”.  Dal racconto è emerso che l’imputata  ha subito sette ricoveri tra il 2016 e il 2024.  Eravamo preoccupati, viveva in case diroccate, poi ci chiamava la Polizia e ci diceva di andarla a prendere che l’avevano trovata. Una volta mia figlia ha inveito contro di me senza motivo, mi aveva preso i capelli, si era arrabbiata. Un’altra volta quando è scomparsa, mio marito aveva contattato anche la trasmissione televisiva Chi l’ha visto e lei si era risentita per questo».
I problemi di Aurelia, secondo quanto è emerso, nascono da un momento traumatico che diventa uno spartiacque della sua vita, un passato normale con un diploma anche al Conservatorio poi la vita cambia  - come ha raccontato la madre - quando le è stato allontanato il figlio a seguito di un procedimento penale per maltrattamenti.  «Non è stata più la stessa» ed è a quel punto che il disagio psichico è degenerato.  In aula un poliziotto tra i primi ad intervenire per i soccorsi ha raccontato che Guido Porcelli, quando ha visto gli agenti, ha detto: "Mi voleva ammazzare, arrestatela, mi ha accoltellato". Alla fine dell’udienza ha deposto anche una vicina di casa: "Suonarono al campanello, sentivo 'Aiutatemi', c’era Guido insieme alla moglie, la signora mi disse che la figlia aveva accoltellato il marito".  

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