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Il fatto

Alle case Arlecchino scongiurato un disastro, trovate 5 molotov

Alcune bottiglie incendiarie sono rimaste intatte, una piazzata su una grossa catasta di legna. Forse gli attentatori sono stati disturbati

Alle case Arlecchino scongiurato un disastro, trovate 5 molotov

Quando la piazza di spaccio dei palazzi Arlecchino, e con essa la fazione di giovani trafficanti che la controllano, iniziava a sfaldarsi sotto i colpi inferti dalle operazioni di polizia e carabinieri, un altro attentato ha scosso il quartiere. Chi ha pianificato l’azione di ieri notte, di fatto voleva lanciare una sfida, l’ennesima, alle istituzioni che giusto qualche ora prima avevano inferto un duro colpo al sodalizio criminale, con lo sgombero dell’alloggio popolare tolto a due fratelli pusher assoldati in passato dal gruppo, tuttora agli arresti domiciliari poco lontano. Una provocazione dai toni aspri visto che l’incursione di ieri notte nel condominio al civico 6 di via Guido Rossa poteva avere conseguenze molto peggiori, evitate probabilmente in circostanze fortuite: erano cinque le bottiglie incendiarie portate dagli attentatori, ma non tutte sono state innescate. Forse gli autori del raid sono stati disturbati oppure avevano capito di essere stati scoperti. L’azione ha provocato comunque i danni e la paura voluti.
L’allarme è scattato poco prima delle ore 1:30 quando dall’androne del piano terra ha iniziato a sprigionarsi una colonna di fumo che ha invaso rapidamente i piani sovrastanti. La bottiglia col liquido infiammabile, benzina a quanto pare, è stata versata nell’atrio d’ingresso della scala “F” fino a raggiungere il quadro dei contatori, che ha generato delle piccole esplosioni quando è stato raggiunto dalle fiamme. In pochi istanti i condomini si sono trovati a vivere un inferno e si sono affrettati a chiedere aiuto al numero unico d’emergenza 112.
Al loro arrivo i vigili del fuoco hanno notato alcune figure di persone che si allontanavano in fretta e hanno avuto l’impressione che si trattasse di giovani. Non è chiaro se fossero curiosi di altri palazzi o soggetti coinvolti nell’azione sovversiva. Fatto sta che i soccorritori hanno avuto l’impressione che gli attentatori non avessero fatto in tempo a portare a termine il loro piano: una volta spente le fiamme nell’androne, hanno scoperto che in altri punti del porticato c’erano altre bottiglie piene di benzina non utilizzate, in apparenza piazzate in punti strategici per accerchiare il palazzo col fuoco. Una addirittura è stata trovata su una grossa catasta di legna nella parte retrostante dell’edificio, gli scarti delle potature effettuate dai residenti per eliminare, dal cortile circostante, i nascondigli utilizzati dagli spacciatori per occultare le dosi di stupefacenti. I vigili del fuoco sono convinti che se quel mucchio di legna fosse stato incendiato, per loro sarebbe stato difficoltoso contenere le fiamme evitando danni ai piani sovrastanti.
Delle indagini si stanno occupando i poliziotti della Questura, intervenuti con le pattuglie della Squadra Volante e gli investigatori della Squadra Mobile, mentre gli specialisti della scientifica hanno documentato la scena e acquisito le tracce utili alle indagini, come le cinque molotov lasciate dagli sconosciuti attentatori, alcune ancora piene di benzina. I condomini usciti dagli alloggi per evitare il rischio intossicazione, sono rimasti fuori casa fino al termine dei rilievi, ma sono rimasti senza energia elettrica fino alla giornata di ieri. Tra loro serpeggiava frustrazione, ma anche rabbia, perché era ancora vivo il ricordo della precedente azione intimidatoria, quella subita il 14 settembre, quando una tanica di alcol era stata incendiata nello stesso androne. Sanno di essere un facile bersaglio per chi vuole fare scontare loro l’impegno profuso per rendere la vita difficile agli spacciatori, come con l’installazione di fari sul tetto del palazzo per illuminare i cortili lasciati al buio volutamente dai pusher che sistematicamente infrangono i lampioni. Sono fiduciosi che la giustizia farà il suo corso, ma l’attesa è snervante.

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