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Il fatto

Poliziotto aggredito, contestato il metodo mafioso a Sapurò

Interrogato dal giudice, Antonio Di Silvio si è difeso ma per la Procura ha fatto valere la forza di intimidazione del suo cognome

Poliziotto aggredito, contestato il metodo mafioso a Sapurò

Secondo la Procura di Latina, ha agito con l'aggravante del metodo mafioso Antonio Di Silvio detto Sapurò, latinense di 44 anni arrestato sabato notte insieme alla compagna Stefania B. di 53 anni, per avere aggredito verbalmente i poliziotti della Squadra Volante intervenuti in un locale dove stava litigando con la donna e poi per avere colpito uno degli agenti al volto con una manata. Secondo la pubblica accusa infatti Sapurò avrebbe fatto valere la capacità intimidatoria del proprio cognome, pronunciando all'interno dell'esercizio pubblico frasi come «Ti sparo in testa a te e alla tua famiglia» e «Non contante niente, mentre io sono un Di Silvio».
La contestazione dell'aggravante è emersa stamattina in occasione dell'interrogatorio di convalida dell'arresto avvenuto nel carcere di Latina davanti al giudice per le indagini preliminari Maria Mattioli. Nell'occasione Antonio Di Silvio, assistito dagli avvocati di fiducia Fabrizio Mercuri e Massimo Frisetti, ha risposto alle domande e si è difeso sostenendo di non essere in grado di aggredire fisicamente altre persone, tantomeno dei poliziotti, essendo costretto a spostarsi con stampelle e sedia a rotelle, a causa dell'invalidità provocata dal ferimento a colpi di pistola che risale a vent'anni fa davanti a una discoteca del capoluogo pontino. A margine dell'interrogatorio, il giudice si è riservato di valutare la conferma della custodia cautelare.
 

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