Il fatto
02.12.2025 - 08:47
Sono stati rinviati a giudizio. E’ quello che ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Mara Mattioli nei confronti degli imputati della seconda tranche dell’inchiesta Certificato pazzo. Per alcuni imputati che in fase di indagini preliminari erano stati sottoposti alle misure restrittive, il processo si era già concluso anche in Appello. Tra i reati contestati la corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Non tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio. Una donna, Pasqualina P., ha scelto il giudizio abbreviato ed è stata condannata alla pena di due anni e otto mesi, per un’altra imputata invece c’è stato il non luogo a procedere.
E’ emerso che alcuni reati sono stati commessi anche in provincia di Frosinone, ad Isola del Liri quando è stato indotto in errore il funzionario medico legale della Asl di Frosinone che in una circostanza ha rilasciato ad un uomo - sulla scorta di un certificato medico falso firmato sempre dal medico Antonio Quadrino (il cui iter processuale è stato diverso) - il certificato di rinnovo di idoneità al rinnovo della licenza del porto di fucile per uso caccia attestando una idoneità che invece era falsa. In primo grado le condanne per alcuni imputati il cui iter processuale era stato diverso, erano arrivate fino a quattro anni di reclusione mentre per alcuni imputati era arrivata l’assoluzione.
«Ti faccio un bel certificato», è una delle frasi significative dell’inchiesta, intercettate dagli investigatori. Gli imputati sono residenti tra Latina, Priverno, Monte San Biagio e Fondi, la prima udienza del processo inizierà il prossimo 4 novembre. L’inchiesta era stata coordinata dal Procuratore Aggiunto all’epoca dei fatti Carlo Lasperanza e dal pubblico ministero Giuseppe Miliano. Dagli accertamenti - condotti dai Carabinieri del Nas di Latina - è emerso che i certificati erano per l’assistenza dei portatori di handicap per le invalidità e i procedimenti giudiziari e gli investigatori avevano anche scoperto che un uomo era riuscito ad evitare il carcere e ottenere gli arresti domiciliari oltre ad una pensione di invalidità. In un primo momento il numero totale delle persone finite sotto indagine era di 126 e a seguire diverse posizioni erano state archiviate.
«In violazione dei principi di imparzialità ed indipendenza cui deve essere improntata l’attività della pubblica amministrazione - avevano osservato gli inquirenti nel capo di imputazione - venivano compiuti atti contrari ai propri doveri d’ufficio, consistiti nell’aver rilasciato una falsa certificazione psichiatrica». I due tronconi dell’inchiesta erano stati riuniti in un procedimento penale dove l’Inps figura come parte offesa. Tra i reati ipotizzati anche la frode processuale. E’ emerso che l’indagine ruotava attorno alla figura di Antonio Quadrino, nello studio medico del camice bianco grazie all’installazione di una telecamera piazzata dai Carabinieri, gli investigatori avevano documentato e raccolto una serie di riscontri.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione