L'inchiesta Porta Napoletana
23.12.2025 - 11:25
Non è un commercialista e quindi il suo coinvolgimento si è limitato alle consulenze fiscali per beni già intestati in maniera fittizia. Per questo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Maria Gaspari, dopo l’interrogatorio di garanzia di ieri, ha revocato l’interdittiva e dunque la misura del divieto a esercitare la professione per 12 mesi a carico di Roberto Carocci, coinvolto nell’inchiesta terracinese “Porta Napoletana” e accusato di trasferimento fraudolento di valori.
Il gip ha accolto l’istanza della difesa dopo che Carocci, 53 anni, assistito dall’avvocato Gianni Lauretti, ha chiarito di non essere un commercialista ma titolare di una ditta individuale per l’elaborazione di dati contabili, limitandosi alla compilazione di dichiarazioni dei redditi e modelli F24. Il suo contributo, secondo quanto emerso, sarebbe stato finalizzato esclusivamente al pagamento delle imposte.
Davanti al giudice sono comparsi anche i due principali indagati dell’inchiesta, Eduardo Marano e l’agente immobiliare Michele Minale. Marano si è avvalso della facoltà di non rispondere, ricordando di essere stato già assolto in passato dall’accusa di appartenenza al clan Licciardi. Minale ha invece risposto alle domande del gip, respingendo le accuse di aver favorito interessi mafiosi e sostenendo che i beni a lui riconducibili derivano esclusivamente dalla sua attività immobiliare.
Nel frattempo, dopo la sospensione disposta dal Prefetto di Latina, sono arrivate le dimissioni irrevocabili del consigliere comunale Gavino De Gregorio, che oggi sarà interrogato dal gip. In Consiglio comunale è prevista la surroga con l’ingresso del primo dei non eletti, Giovanni Erminio Conte.
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