Appuntamenti
22.03.2025 - 12:00
Tappa al Teatro D’Annunzio di Latina del progetto “Che ci faccio qui?”, promosso dalla Provincia di Latina in collaborazione l’Associazione culturale Tuttolibri di Formia. Una rassegna dove scrittori e studenti si incontrano, fortemente voluta dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli per rispondere, in qualche modo, al crescente disagio giovanile e alla difficoltà di orientarsi nella vita. Ieri mattina, in un teatro davvero pieno, gli studenti e le studentesse accompagnati dai docenti e dalle dirigenti scolastiche, hanno incontrato un altro professore: lo scrittore Alessandro D’Avenia.
«Ringrazio il Comune di Latina - dice Gerardo Stefanelli - per averci concesso l’accesso a questo bellissimo teatro. Ringrazio la dirigente Paola Di Veroli per aver accolto l’invito a farvi partecipare a questo bellissimo viaggio. Sette tappe, sette incontri, sette autori, sette mattinate di riflessioni». «Ringrazio l’autore - dice l’assessore Annalisa Muzio - che so essere anche un professore, impegnato in questo che è un dialogo attivo con i ragazzi per far comprendere quanto sia importante il momento della socialità, della cultura e dello scambio».
Dice Paola Di Veroli, «In questi giorni ho riletto ‘Resisti, cuore’, il libro che hanno letto i ragazzi e l’ho letto un po’ con tre cuori: il cuore di Paola che da piccola si è innamorata della mitologia greca, della letteratura greca, poi col cuore di chi aveva fatto questi studi e con il cuore di docente, perché questo è anche un po’ un manuale di didattica perché dà indicazioni agli insegnanti quello di far accostare i ragazzi al testo vero, non alle semplificazioni». Sul palco D’Avenia viene accolto dagli studenti del liceo musicale che suonano ‘Creep’ dei Radiohead. Sul palco con lui sei studenti che gli faranno delle domande. D’Avenia parla del senso della vita, del cosa ci facciamo con questa vita che scriviamo ogni giorno.
D’Avenia porta sul palco la sua esperienza di docente «ho capito scegliendo di fare l’insegnate che sono nato per guarire i cuori», dice e lo fa attraverso le parole. In ‘Resisti, cuore’ (Mondadori) Alessandro D’Avenia ripercorre i ventiquattro canti dell’Odissea come un’arte di vivere e lo fa risplendere di tutta la sua luce, trovandone chiavi di lettura per giovani vite moderne, presi dallo scrivere un capolavoro per raccontare una vita che forse oggi è difficile da scrivere: social, pressioni, quella sottile differenza tra l’essere e l’apparire che oggi è ancora più marcata. L’amore, quello totalizzante che ferma il carro del sole, come nel canto XXIII, come quel letto che affonda le radici ed è inamovibile. Sono pillole che ispirano a vivere in maniera diversa, cercando la felicità anche nelle sconfitte: perché la vita è una, una sola, passa svelta e va vissuta, questa sì, resistendo, esistendo, amando.
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