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Idee a confronto

Verso il Centenario, Porzi: «La città diventi un hub digitale»

Il consigliere comunale lancia la proposta per guidare la transizione digitale, attrarre investimenti e ridisegnare il modello di sviluppo

Verso il Centenario, Porzi: «La città diventi un hub digitale»

Un’occasione irripetibile per cambiare rotta, disegnare il futuro e fare di Latina il motore di una nuova idea di sviluppo per l’intera provincia. È questo, in sintesi, il cuore della proposta lanciata dal consigliere comunale di Latina Alessandro Porzi, eletto nella lista Celentano, che in un intervento approfondito chiama a raccolta politica, istituzioni, forze produttive e mondo della formazione per lavorare a un grande progetto condiviso: il Piano Strategico del Centenario.

Uno strumento – spiega Porzi – «che non sia solo una celebrazione, ma una vera visione programmatica per i prossimi 10-20 anni capace di guardare oltre i problemi contingenti e mettere Latina e i suoi cittadini nelle condizioni di essere protagonisti della trasformazione in atto a livello nazionale e internazionale».

Un compasso per ridisegnare il futuro del territorio
«Latina deve diventare il compasso per disegnare una nuova simmetria tra Nord e Sud della provincia, accorciando le distanze con Roma ma anche con l’Europa - scrive Porzi Serve una visione ampia che tenga insieme sviluppo economico, benessere, equità sociale, sostenibilità ambientale, turismo, innovazione, cultura e formazione». La lista delle priorità è lunga e intrecciata, ma il consigliere ha scelto di iniziare da un nodo chiave per ogni strategia futura: l’innovazione tecnologica e digitale. Una sfida che può diventare un’opportunità concreta per il territorio se affrontata con coraggio e rapidità.

L’occasione d’oro della rivoluzione digitale
«Porzi prende le mosse da un dato di attualità: la prospettiva di una “nuova Pontina”, che potrebbe finalmente dare respiro a una viabilità soffocata e favorire gli spostamenti tra il capoluogo pontino e la Capitale. «Ma se da una parte si discute di infrastrutture fisiche, dall’altra – sottolinea Porzi – manca una riflessione seria sulle infrastrutture digitali». Ed è proprio su questo fronte che si apre una finestra di opportunità straordinaria: secondo l’IDA (Associazione Italiana Costruttori Data Center), da qui al 2028 sono previsti 15 miliardi di euro di investimenti in data center in Italia, di cui 10,5 miliardi solo per le infrastrutture digitali. Un flusso inarrestabile, spinto dall’impennata di domanda legata all’intelligenza artificiale generativa e dalla saturazione dei grandi hub europei come Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Milano.

Latina hub digitale? È il momento di crederci
Ecco allora l’intuizione: Latina può candidarsi a ospitare hub e data center, sfruttando la posizione strategica e il momento favorevole. «Potremmo abbattere i costi per la trasmissione e l’elaborazione dei dati, rendendo il territorio attrattivo anche per le piccole e medie imprese», scrive Porzi. «È questa la vera rivoluzione: creare le condizioni perché anche le realtà più piccole possano competere nello spazio globale».

I riflessi sarebbero enormi su tutti i settori: dalla sanità, con strumenti diagnostici avanzati e robotica in sala operatoria, alla possibilità di operazioni a distanza con luminari collegati da ogni parte del mondo. «La diagnostica potrà avvalersi dell’Ai per rielaborare dati a basso costo, ampliando l’accesso a cure complesse anche nei nostri ospedali Ma il progetto – avverte Porzi – potrà funzionare solo se accompagnato da un investimento strategico sulle competenze. «Serve sedersi subito con le università, gli ITS e le scuole superiori per definire i profili professionali del futuro. Le aziende sceglieranno i territori dove investire anche sulla base della disponibilità di talenti. Ecco perché la formazione è il perno di tutto».

Un indotto da 100mila posti e oltre
Secondo il consigliere, gli investimenti in questo settore potranno generare oltre 100.000 posti di lavoro diretti e indiretti a livello nazionale. Ma la crescita non sarà solo quantitativa. Ci sarà anche un indotto energetico, legato all’alimentazione dei data center tramite fonti rinnovabili. «Amazon, Microsoft e Google sono già in cima alla classifica per capacità contrattualizzata di energia green – spiega – molte delle quali da fonte geotermica. Latina può dire la sua anche su questo fronte, valorizzando risorse naturali e innovazione». Porzi propone di riconvertire i siti industriali dismessi, trasformandoli in poli digitali. «Possiamo disegnare una piccola Silicon Valley pontina, creare nuovi distretti in grado di rilanciare anche le filiere tradizionali come sanità, farmaceutica, meccanica, tessile e soprattutto l’agricoltura». E le scuole? «Anche qui si aprono scenari inediti con l’introduzione della realtà aumentata, che potrà cambiare il modo di insegnare e apprendere. Dalle medie alle università, la digitalizzazione trasformerà anche l’istruzione».

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