Il fatto
17.09.2025 - 23:00
Si avvia alla fase finale il processo per violenza sessuale a carico di un operaio di Napoli, Daniele A. 42 anni, all’epoca dei fatti dipendente di una società di costruzioni di Latina, accusato di aver abusato di una collega molto più giovane all’interno della baracca di un cantiere edile.
Ieri mattina davanti al collegio penale di Latina è stato sentito Tommaso Corsi, lo psichiatra che ha redatto la perizia sulla parte offesa.
Il consulente ha ribadito che dopo il fatto traumatico denunciato la ragazza è risultata non in grado di riprendere la sua attività lavorativo e che si sta portando dietro uno stato di prostrazione e disagio con difficoltà relazionali.
Un elemento che è già emerso nel corso del processo, poiché la vittima si era rivolta ad un centro antiviolenza per riuscire a ricostruire lei stessa l’accaduto, ricordare e riportare i fatti nella denuncia e successivamente in aula. Ieri mattina dopo la testimonianza resa dal perito si è passati all’escussione dell’imputato, difeso dall’avvocato Simone Rinaldi.
L’uomo ha negato la violenza sessuale e ha detto che in precedenza con la vittima c’era stato un rapporto sessuale consenziente ma sull’episodio specifico denunciato dalla ragazza ha negato ogni addebito. Rispondendo alle domande ha sostenuto che quel giorno aveva preso un caffè con la ragazza nella baracca del cantiere dove lei svolgeva servizi amministrativi e poi tra loro c’era stata una discussione ma niente altro.
In base alle contestazioni della Procura incentrate sulla denuncia della ragazza, che ha solo 22 anni e risiede a Latina, ci sarebbe stato invece un rapporto sessuale cui lei fu costretta.
Secondo quanto esposto dalla giovane, prima sarebbe stata molestata con delle avances e poi palpeggiata. Un testimone già sentito nel processo ha riportato quanto apprese dalla vittima: «La ragazza mi ha chiamato dicendomi che l’operaio mentre lei stava prendendo un caffè alla macchinetta automatica le ha detto che voleva fare l’amore con lei. E la risposta è stata "Toglietelo dalla testa". Ha aggiunto che avrebbe minacciato di buttare giù la porta del bagno dove si era rifugiata per paura». La storia del bagno è stata confermata anche dall’operaio imputato, il quale però ha sostenuto che i rapporti sessuali consenzienti fra loro, in un altro giorno, erano avvenuti, appunto nel bagno.
In seguito alla denuncia della ragazza, le indagini dei carabinieri di Latina avevano portato all’arresto del 42enne, finito agli arresti domiciliari, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura. In seguito è intervenuta la misura restrittiva più attenuata dell’obbligo di dimora in provincia di Napoli.
I fatti contestati sarebbero avvenuti in un cantiere edile a poca distanza dal centro della città tra il 2023 e il 2024 ma la denuncia è arrivata, appunto, dopo un difficile percorso psicologico della vittima reso possibile dall’assistenza del centro antiviolenza, i cui operatori sono stati sentiti al dibattimento nelle udienze scorse. Ieri, dopo l’escussione dell’operaio il Tribunale ha rinviato il processo all’udienza dell’undici marzo 2026 quando è prevista la sentenza
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