Il fatto
11.11.2025 - 10:00
Condanna ridotta dai giudici della Corte d’Appello di Roma nei confronti di Iachadar Zermane, 36 anni di origine algerina, ritenuto il ladro seriale che aveva colpito in città. Era stato condannato in primo grado alla pena di tre anni e due mesi dal giudice del Tribunale di Latina Barbara Cortegiano lo scorso marzo ed era stato processato con il rito abbreviato godendo in questo modo della riduzione di un terzo della pena. L’imputato che era detenuto in carcere aveva colpito in una officina del capoluogo pontino. Una volta depositate le motivazioni della sentenza il legale dell’uomo, l’avvocato Ernesto Renzi, ha depositato ricorso in Corte d’Appello e i giudici hanno dimezzato la pena: da tre anni e due mesi a un anno e quattro mesi. Inoltre i magistrati hanno disposto anche la scarcerazione dell’uomo che è tornato in libertà. L’episodio contestato era avvenuto il 10 giugno del 2024. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori aveva visitato anche altre attività commerciali del capoluogo pontino e nei suoi confronti era stata emessa una misura restrittiva che il Tribunale del Riesame aveva annullato. L’imputato era stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Latina nel corso di un mirato servizio di controllo del territorio ed era stato individuato e bloccato per il tentato furto nell’esercizio commerciale di via Isonzo per cui è stato processato in Corte d’Appello.
Per l’ordinanza cautelare - emessa nell’agosto del 2024 - la difesa aveva chiesto l’annullamento del provvedimento restrittivo sulla scorta della carenza della gravità indiziaria ed erano stati annullati i capi di imputazione relativi al furto nella Caffetteria Romani di Latina e in un bar in centro oltre che in un negozio del centro commerciale Latina Fiori dove in questo caso erano stati consumati tre furti. Inoltre - sempre dai riscontri raccolti - aveva rubato capi di abbigliamento il 13, il 24 e il 31 maggio.
L’uomo si era introdotto nei locali dell’officina Bompan danneggiando la porta d’ingresso con un posacenere e l’allarme ha consentito l’intervento della vigilanza e dei Carabinieri. Ieri l’ultimo atto del procedimento in Corte d’Appello a Roma.
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