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Il caso

Duecento firme per dire no alla nuova antenna

Petizione dei cittadini contro il nuovo dispositivo che nel frattempo è stato sequestrato

Duecento firme per dire no alla nuova antenna

Non si è fermata al sequestro dell’area accanto al serbatoio in località San Rocco la vicenda dell’antenna di Maenza. A quel sequestro è ovviamente seguita una procedura investigativa che al momento ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di più soggetti, sia del Comune di Maenza che della ditta installatrice. Ed è seguita una petizione sottoscritta da 200 cittadini che chiede la sospensione della procedura e tante altre cose. La petizione nel testo spiega: «Presentiamo al Sindaco, la petizione per il successivo inoltro al Consiglio Comunale, al fine di contestare l'installazione di una nuova infrastruttura per antenne radio e di tele/video comunicazione elettronica su terreno comunale in Via della Vaccara. La petizione vuole sensibilizzare sul problema dell’inquinamento elettromagnetico, un tema che ci tocca in modo particolare, essendo la nuova antenna installata nelle vicinanze delle abitazioni; c’è preoccupazione per le dirette, immediate e gravi conseguenze per la salute pubblica derivanti dall’installazione delle antenne, alla luce degli studi nazionali ed anche internazionali, che mettono in guardia dai possibili rischi sulla salute umana (leucemie, tumori alla pelle, al cervello e ad altri organi interni). La collocazione dell'antenna dietro le abitazioni, inoltre non passa inosservata dal punto di vista dell'impatto ambientale. La popolazione non è stata preventivamente informata dell'installazione della nuova antenna, spuntata all'improvviso la mattina del 21 febbraio 2024 e fatta installare dal Comune di Maenza, in assenza di un “Piano Antenne” (obbligatorio da febbraio 2023). Nelle vicinanze risiedono cittadini affetti da gravi patologie cliniche incompatibili con gli effetti dannosi prodotti dai campi elettromagnetici irradiati dai ripetitori di radio frequenze».
Ma oltre alle considerazioni generali, ce ne sono anche di inerenti al contratto sottoscritto: «Alla società cui è stata concessa l’installazione, da contratto è concesso anche il diritto di sublocare, concedere in uso e/o in comodato e/o in ospitalità la parte di terreno locato e della nuova infrastruttura, a terzi operatori di servizi radio e tele/video comunicazione elettronica, con qualunque tecnologia esistente o futura. Ciò comporterà l'installazione di un numero di antenne indefinito e difficile da controllare; l'installazione delle antenne vicino le abitazioni crea inoltre un danno economico alle proprietà immobiliari a seguito del quale si sta valutando di adire le vie legali al fine di vedere riconosciuto il risarcimento danni per il pregiudizio economico derivante alle proprie proprietà immobiliari».
Passando alle richiesta, la petizione chiede: «La sospensione immediata dell’attivazione con la rimozione dell’antenna; l’introduzione di un regime di moratorio per bloccare temporaneamente le autorizzazioni di tutti i nuovi impianti; l’istituzione di un osservatorio sull'inquinamento elettromagnetico; coinvolgere i cittadini nella definizione del piano di localizzazione; adottare un regolamento antenne».
La parola passa adesso al Consiglio Comunale, oltre che alla magistratura.

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