Un vertice che non decide nulla, di solito, è un segnale preoccupante. Dovrebbe essere il caso del centrodestra di Latina che ieri s'è ritrovato attorno a un tavolo ma senza una parte consistente dell'alleanza. Forza Italia, infatti, s'è fatta rappresentare dal capogruppo comunale Peppino Coluzzi, assenti il coordinatore provinciale Alessandro Calvi e quello regionale Claudio Fazzone. L'incontro si è svolto, con Nicola Calandrini per Fratelli d'Italia, Claudio Durigon per la Lega e Vincenzo Zaccheo per Latina nel Cuore.
Ma al netto di frasi di circostanza e della soddisfazione per aver mantenuto l'unità nel primo Consiglio all'elezione del presidente, c'è stato poco altro. Che fare nei confronti del sindaco Damiano Coletta? Nessuno lo sa. Del resto, come ha dimostrato la cronaca di questi ultimi giorni, è un tema divisivo all'interno degli stessi partiti e dei loro gruppi consiliari.

La situazione, dunque, è in fase di stallo. Oggi o domani Damiano Coletta firmerà i decreti di nomina degli assessori. Ci saranno i nomi di Simona Lepori alle Attività produttive e di Dario Bellini all'Ambiente. Il sindaco terrà per sé Urbanistica e Personale, due deleghe pesanti da affidare eventualmente a chi, nel centrodestra, deciderà di entrare nella squadra in maniera diretta. E questa, ormai, appare la strada più probabile, con un centrodestra ancora alle prese con le diffidenze tra le varie componenti e la certezza di non essere pronto a presentarsi agli elettori in maniera compatta, in caso di sfiducia a Coletta.

Ieri, sul tavolo, sarebbe dovuta esserci la strategia da seguire per le prossime settimane. Ma appunto non c'è unità in questo senso e dunque tutti attenderanno le mosse di Coletta per muoversi di conseguenza.

Il fatto che il sindaco non presenterà una giunta completamente tecnica dovrebbe azzerare ogni possibilità di percorso unitario, stando alle parole ufficiali della coalizione di centrodestra. In realtà potrebbe accadere il contrario: quella di Coletta potrebbe essere la leva che allarga definitivamente la crepa già esistente nel centrodestra, facendo crollare un'unità che, lo sanno anche i diretti interessati, poggia su fondamenta d'argilla