Cerca

L'intervista

Civita Di Russo (Fdi): "In Europa puntiamo su digitale, ambiente e ricerca"

Avvocato penalista originaria di Formia, è candidata alle elezioni Europee con Fratelli d'Italia nella circoscrizione Italia centrale

Civita Di Russo (Fdi): "In Europa puntiamo su digitale, ambiente e ricerca"

Civita Di Russo col premier Giorgia Meloni

Avvocato penalista, Civita Di Russo ha assistito legalmente diversi collaboratori di giustizia. Si è occupata quindi molto di criminalità organizzata, vivendo per anni sotto scorta. Ha partecipato a numerosi e delicati processi: per esempio a quelli relativi agli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. È candidata alle europee nella lista di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Centro. Originaria di Formia, è molto legata alla provincia pontina. 

Allora Di Russo, lei non ha bisogno di presentazioni. Avvocato penalista, ha rotto il muro del pregiudizio assistendo legalmente dei collaboratori di giustizia. Vivendo tanti anni sotto scorta. Rifarebbe tutto?
«Assolutamente si! Ogni singolo giorno, ogni singola difficoltà, ogni singola soddisfazione. Perché sono sempre stata dalla parte giusta, cioè quella dello Stato. Al mio passato devo dire “grazie” nonostante le difficoltà e le privazioni. Aver contribuito a contrastare la criminalità è una grande soddisfazione per chi, come me, ha studiato su volumi universitari scritti anche dalle vittime di mafia».

Quanto è importante il tema della sicurezza? E quanto sono ramificate, anche nel Basso Lazio, le infiltrazioni della criminalità organizzata?
«Il tema della sicurezza è prioritario per la stabilità del nostro Paese. Oggi viviamo in una società in continua trasformazione e le mafie si adattano a questa trasformazione esattamente come fa un virus con un organo sano. I virus si nutrono di cellule sane fino a distruggerle. Ecco, noi dobbiamo essere l’antidoto al virus. Dobbiamo tenere alta l’attenzione, rafforzare la struttura giudiziaria e portare le buone pratiche investigative in Europa. Qualche decennio fa quando parlavamo di criminalità avevamo l’attenzione puntata ai clan locali e a specifiche forme di guadagno attraverso attività illegali, oggi no, oggi si parla di criminalità transnazionale. I clan locali rappresentano il riferimento territoriale ma gli interessi e le forme di guadagno sono altre. Oggigiorno non vi sono solo i traffici di sostanze stupefacenti o di armi a garantire “guadagni sporchi”, oggigiorno le mafie si arricchiscono grazie alle scorie radioattive, ai malware, alle criptovalute, ai flussi di esseri umani. Il termine criminalità si declina in terrorismo e il terrorismo, in tutte le sue forme, è una terribile minaccia per la democrazia e la pace tra i popoli. Nel basso Lazio bisogna lavorare su una maggiore trasparenza di alcuni circuiti economici e continuare a fare azione di prevenzione contro le sostanze stupefacenti».

Parliamo di Europa: quale modello di Ue immagina Fratelli d’Italia?
«L’Europa deve riportare l’uomo al primo punto dell’agenda setting. Attualmente parliamo di Europa solo quando si parla di euro mentre le priorità sono altre. Abbiamo gli indici demografici che sono allarmanti e pertanto dobbiamo immediatamente assistere donne e famiglie e garantire politiche di welfare straordinarie, eccezionali. La seconda priorità riguarda l’attrazione di nuovi investitori pronti a scommettere sull’Italia, magari puntando alle nuove sfide: digitale, ambiente, benessere, ricerca. FdI ha bene in mente il programma e grazie a Giorgia Meloni l’Italia sta nuovamente assumendo un ruolo strategico su scala internazionale. La terza priorità riguarda la riorganizzazione del sistema sanitario e anche qui l’Europa deve assumersi la sua responsabilità. Nel Lazio il presidente Francesco Rocca sta assumendo circa 10.000 unità e questo non avveniva da anni. Inoltre sta ristrutturando e potenziando tutti i Pronto Soccorso ma c’è ancora molto da fare. Bisogna cambiare paradigma, soprattutto perché l’Italia è fatta da tanti piccoli borghi e oggi molti di questi non hanno neanche il medico di base. La medicina deve tornare sui territori, essere capillare, un servizio necessario se vogliamo rispondere anche al fenomeno dello spopolamento delle aree interne».

I leader si candidano tutti: le europee saranno soprattutto un test sulla politica nazionale e sul Governo Meloni?
«Certamente, come tutte le sfide elettorali. Fratelli d’Italia sarà il primo partito e non servono proiezioni, basta avvertire il calore della gente e la fiducia che ripone nel progetto politico e in Giorgia Meloni».

Pensa che nel Lazio le europee saranno anche un esame per la giunta di Francesco Rocca?
«Sanità, infrastrutture, rilancio turistico, sostegno alle imprese e rivalorizzazione dei singoli territori. Francesco Rocca ha davanti a sé un mandato lungo e pieno di progetti. Andare a Bruxelles per me significa rafforzare il dialogo istituzionale con lui, garantire la filiera politica e accelerare i processi di realizzazione dei progetti per la nostra gente».

Cosa pensa si dovrebbe fare sul tema delle politiche migratorie?
«L’Italia non può contenere l’Africa e altre aree del mondo che vedono nel nostro Paese il luogo dove tutto è facile e tutto è concesso. No, non più. Il Piano Mattei è partito e molti accordi sono già in corso. Anche in questo caso siamo stati veloci come Governo e questo rende bene idea dell’emergenza immigrazione che viviamo».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione