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Il caso

Acqualatina, i sindaci di FI e Pd chiedono le dimissioni della presidente Marzoli: “È incompatibile con la carica”

Tensione ai vertici della società idrica pontina. Al centro dello scontro la posizione della presidente dopo il fallimento della Capo d’Anzio

Acqualatina, i sindaci di FI e Pd chiedono le dimissioni della presidente Marzoli: “È incompatibile con la carica”

Bufera ai vertici di Acqualatina S.p.A., la società che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Latina. Un fronte trasversale di sindaci, espressione di Forza Italia e Partito Democratico, ha formalmente chiesto le dimissioni immediate di Cinzia Marzoli, presidente del Consiglio di amministrazione della società, per incompatibilità con l’incarico. La richiesta arriva dopo l’emersione di elementi considerati “ostativi” al mantenimento della carica, legati al fallimento della Capo d’Anzio S.p.A., società pubblica di cui Marzoli è stata amministratrice unica dal gennaio 2023 all’aprile 2024. Secondo i sindaci firmatari, il suo ruolo al vertice di quella società – dichiarata in liquidazione giudiziale con sentenza del Tribunale di Velletri il 9 luglio 2024 – configura una causa di ineleggibilità stabilita dal Disciplinare adottato da Acqualatina per la nomina degli amministratori di nomina pubblica.

Il disciplinare e i requisiti da rispettare

Nel documento ufficiale trasmesso ai Soci e ai vertici della società idrica, i promotori della richiesta richiamano espressamente il Disciplinare per la nomina del CdA di Acqualatina, approvato con delibera assembleare nel 2015. Il testo stabilisce che non possono ricoprire incarichi in Acqualatina coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione in imprese fallite o sottoposte a liquidazione coatta nei tre esercizi precedenti l’adozione del relativo provvedimento.

Nel caso della Capo d’Anzio, la cronologia è chiara, secondo i sindaci: "Marzoli ha cessato la carica il 23 aprile 2024, pochi mesi prima della sentenza di liquidazione giudiziale (luglio 2024), ma quando già il bilancio 2023 evidenziava l’impossibilità di garantire la continuità aziendale. La stessa Marzoli, in qualità di amministratrice unica, aveva infatti certificato il rischio di crisi “certo” e anticipato la messa in liquidazione".

Secondo i sindaci, questa situazione rientra perfettamente nella casistica di ineleggibilità “assoluta e non transitoria”, come previsto dalle regole societarie di Acqualatina. “La società incaricata di gestire un servizio pubblico essenziale come l’acqua — si legge nel documento — deve essere amministrata da figure di indiscutibile affidabilità, prive anche solo potenzialmente di responsabilità nella gestione di imprese poi dichiarate insolventi”.

Un invito alle dimissioni, per evitare la revoca

Alla luce di quanto emerso, i sindaci di centrodestra e centrosinistra hanno invitato formalmente Cinzia Marzoli a dimettersi, sottolineando che, qualora non lo facesse spontaneamente, sarà necessario procedere con l’attivazione delle procedure di revoca previste dallo statuto societario.

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