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Il fatto

La tregua impossibile del centrodestra

Lo strappo di Noi Moderati, assenti al vertice, accende la miccia: "Non era un confronto costruttivo». Gli altri partiti pronti a esplodere"

La tregua impossibile del centrodestra

Il sindaco, Matilde Celentano

Un vertice nel centrodestra per ricucire, finito con nuovi strappi e con polemiche destinate a non finire e che restituiscono un quadro di personalismi e divisioni. E’ questo lo scenario che si trova ad affrontare in queste ore il sindaco Matilde Celentano che martedì ha convocato i partiti della sua maggioranza variegata, Fratelli d’Italia, Lista Celentano, Lega, Forza Italia e Noi Moderati per un chiarimento interno dopo settimane di tensioni e segnali di disallineamento. Dopo l’astensione di Forza Italia sul progetto di ABC, che ha aggravato le fratture già emerse in estate con Noi Moderati, il primo cittadino aveva invitato coordinatori comunali e provinciali e i capigruppo a un incontro dall’oggetto “Comunicazioni del sindaco”.  Durante la riunione, Celentano ha richiamato i partiti al rispetto del vincolo di coalizione e al principio di solidarietà politica, avvertendo che non intende più tollerare “maggioranze a geometrie variabili”. Ha chiesto chiarezza: o si resta uniti nel perimetro della coalizione, o si traggono le conseguenze. Sul fronte politico, Forza Italia ha difeso la propria astensione definendola una scelta tecnica, non politica, ma Fratelli d’Italia ha replicato che si tratta invece di una questione di metodo e di responsabilità ben precisa all’interno della coalizione.
Noi Moderati ha disertato l’incontro, segnale ulteriore di malessere, mentre nella Lega, che ha schierato Federica Censi al posto del capogruppo Vincenzo Valletta, emergono tensioni legate al possibile rimpasto di giunta sul ruolo di Tesone.
Lo strappo con Noi Moderati
Se è vero che gli assenti hanno sempre torto, lo strappo più evidente è apparso però quello di Noi Moderati. Il partito infatti non ha partecipato con nessuno dei suoi esponenti, evidentemente non considerando importante la richiesta del sindaco e ha scelto di comunicarlo molte ore prima dell’incontro. A spiegarlo è il capogruppo Maurizio Galardo: «L’assenza di Noi Moderati era  motivata da ragioni politiche  – spiega Galardo - ed è stata annunciata già dalla domenica dal nostro coordinatore alla segreteria del sindaco. Non ritenevamo infatti costruttivo un tavolo allargato mentre il problema sorto era sul voto di Abc e quindi su una questione tra il sindaco e Forza Italia. Noi abbiamo sostenuto il programma del sindaco, chi non l’ha sostenuto è Forza Italia, non ha votato il consolidato provvisorio e il progetto di Abc. Da qui la nostra scelta di non partecipare». Dunque una assenza deliberata e ragionata che ieri ha provocato ancora più fermento in maggioranza: molti sono convinti che la scelta di Noi Moderati di ignorare la voce del sindaco rappresenti un vero e proprio sgarbo istituzionale nei confronti di Celentano che richiamava all’unità della coalizione, circondata ormai da alcuni partiti che di fatto ormai recitano a soggetto e in completa autonomia. Un atteggiamento che è vicino al punto di rottura: cresce infatti  all’interno dei partiti come Fratelli d’Italia, Lista Celentano e Lega, l’ insofferenza verso atteggiamenti contrari alla coesione della coalizione che sono la causa dell’impasse attuale della città. Questi partiti, pur al netto di alcune diversità di posizione, sentono di essere stati colonna portante all’amministrazione e ne hanno mantenuto l’equilibrio mettendo sul piatto l’unità rispetto ai personalismi. Oggi non sono più disposti a tollerare ancora consensi a intermittenza che indeboliscono l’azione amministrativa e viaggiano in direzione contraria del progetto premiato con il voto dai cittadini.  Va sottolineato che l’amministrazione è ferma da quasi un anno su temi importanti come rifiuti e decoro, proprio perché agitata dal balletto delle posizioni divergenti: prima lo scontro sulla nomina dei revisori dei conti di Abc, poi la diatriba accesa tra l’assessorato all’ambiente (Addonizio) e quello del bilancio (Nasti), le note di fuoco del primo e la contestazione sulla modifica all’articolo 8, infine il venire meno di un alleato, Forza Italia, sia in occasione del bilancio che del voto sul nuovo progetto di Abc.  La situazione resta incandescente: i partiti si aggiorneranno per nuovi confronti, ma nel centrodestra la crisi di maggioranza è aperta. E l’unica che può mettere un freno, adesso, è solo Matilde Celentano.

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