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Rigenerazione urbana, sì del Consiglio comunale

Approvate le quattro delibere, centro storico e Marina esclusi. Muzio: riuso senza consumo di suolo con una applicazione più snella e opportunità per i professionisti

Rigenerazione urbana, sì del Consiglio comunale

Migliorare la qualità della città esistente, coniugando sicurezza, sostenibilità ambientale, inclusione sociale e valorizzazione del patrimonio edilizio. Questi gli obiettivi dietro le quattro delibere sulla rigenerazione urbana approvate ieri a maggioranza in consiglio comunale (con i voti contrari di Pd e M5S, l’astensione di Per Latina 2032 e l’uscita di Lbc) secondo la prese d'atto della Legge Regionale Lazio n. 7/2017, attuativa del “Piano Casa”, che consente interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione in deroga agli strumenti urbanistici, con l’obiettivo di riqualificare tessuti urbani degradati e ridurre il consumo di suolo.

«La legge – ha spiegato ieri in aula l'assessore Annalisa Muzio con il supporto del dirigente Cestra - concepita come normativa straordinaria, promuove un’idea di rigenerazione integrata: non solo edilizia, ma anche sociale ed economica. Punta sulla semplificazione e sul riuso del patrimonio esistente attraverso il recupero dei sottotetti, seminterrati e cantine per creare nuove unità abitative senza consumo di suolo con una applicazione più snella e immediata e opportunità per professionisti e cittadini».

Tra le finalità principali figurano il miglioramento della qualità della vita, il recupero delle periferie e delle aree produttive dismesse, il sostegno alle attività di prossimità, l’incremento della sicurezza sismica e dell’efficienza energetica, la valorizzazione del verde urbano e la promozione della mobilità sostenibile. Gli interventi sono ammessi esclusivamente all’interno del territorio urbanizzato, come definito dalla legge regionale, e riguardano edifici legittimamente realizzati. Sono invece escluse le aree non urbanizzate e quelle soggette a vincoli assoluti, le aree naturali protette (salvo le parti già urbanizzate) e le zone agricole, con limitate eccezioni.

Muzio ha spiegato che le modifiche introdotte dalla L.R. 12/2025 rafforzano in modo significativo il ruolo dei Comuni, soprattutto quelli con oltre 100.000 abitanti, ai quali viene riconosciuta la facoltà di escludere o limitare l’applicazione della rigenerazione urbana in ambiti o su immobili di particolare valore storico e paesaggistico. Il Consiglio comunale si è aperto con la richiesta della consigliera del Movimento 5 Stelle Maria Grazia Ciolfi di discutere separatamente le quattro delibere sulla rigenerazione urbana, evitando un esame unificato e accelerato. Una richiesta accolta dall’Aula.

Il presidente della commissione urbanistica Roberto Belvisi (Lega) ha parlato di rigenerazione urbana come strumento strategico per uno sviluppo più sostenibile, fondato sul riuso dell’edificato esistente, sulla densificazione controllata e sull’inserimento di funzioni compatibili. Ribadita dall’assessore e dai tecnici poi l’esclusione del Nucleo storico all’interno della circonvallazione e dell’area della Marina di Latina, in attesa delle regole attuative del Master Plan, oltre alla tutela integrale degli edifici storici della città di fondazione.

Critico sul metodo Dario Bellini (Lbc), che ha definito le delibere di “estrema importanza urbanistica”, denunciando carenze nel percorso partecipativo e nell’istruttoria pubblica. A queste osservazioni ha replicato il dirigente Muzio, ricordando i quattro incontri pubblici dedicati alla Marina e alla rigenerazione urbana, i confronti con gli ordini professionali, le commissioni consiliari e l’ultima consultazione online, che – ha sottolineato – ha visto un dibattito ampio e articolato.

Nazzareno Ranaldi (Per Latina 2032) ha richiamato la necessità di una visione complessiva della città e di un approfondimento adeguato su una legge che punta al miglioramento della qualità urbana, soprattutto in un contesto segnato da criticità urbanistiche, rischi di snaturamento e fenomeni di abusivismo edilizio. Posizione critica anche quella del Partito democratico che, pur avendo sostenuto la rigenerazione urbana in altri Comuni, a Latina ha votato contro.

La consigliera Valeria Campagna (Pd)ha parlato apertamente di una possibile “deregolamentazione edilizia”. Di segno opposto l’intervento di Alessandro Porzi (Lista Celentano), secondo cui il Consiglio non deve limitarsi a recepire passivamente una normativa regionale, ma utilizzarla come opportunità di programmazione. Pur riconoscendo rischi e criticità, Porzi ha sottolineato la necessità di governare il processo, sfruttando la legge per intervenire su strumenti come i Ppe e tenendo insieme ascolto dei cittadini e capacità decisionale, evitando che la partecipazione resti fine a se stessa.

Il sindaco Matilde Celentano ha inquadrato la rigenerazione urbana come una leva strategica per il futuro di Latina, rivendicando il ruolo della città nei principali contesti nazionali di confronto sul tema. «Latina – ha spiegato – è oggi un laboratorio di progetti innovativi che coniugano pianificazione urbanistica, sostenibilità, inclusione sociale e resilienza, a partire dal centro storico e dal Masterplan firmato da Alfonso Femia». I progetti di rigenerazione urbana – ha spiegato il sindaco - da Gonfie Vele al Nicolosi, dal Mercato annonario agli impianti sportivi, fino al Villaggio Trieste e al playground di via Don Morosini – sono pensati per sottrarre interi quartieri al degrado, non solo fisico ma anche sociale. «Interventi che vanno oltre l’aspetto estetico e puntano a contrastare emarginazione e illegalità, restituendo funzioni e vitalità a spazi abbandonati attraverso presidi di legalità, servizi pubblici, scuole, studentati e nuove attività».

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