L'aumento degli stipendi per i sindaci dei piccoli comuni è arrivato, almeno formalmente. Perché in concreto mancano i decreti attuativi che possano concretizzare questo importante beneficio per i sindaci. Un provvedimento su cui si è speso con determinazione il senatore di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini che ora annuncia una interrogazione per avere risposte urgenti dal Governo circa i ritardi nell'approvazione.
"Il recente Decreto Fiscale, collegato alla Legge di Bilancio 2020, introduce l'aumento dell'indennità dei sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti. Si tratta di una norma positiva, nata per combattere quel fenomeno per cui nei piccoli paesi c'è una carenza di candidati alle elezioni amministrative. Tuttavia il provvedimento di fatto è incompleto perché non specifica la sua attuazione.
Diversi sindaci della provincia di Latina mi hanno rappresentato dubbi nell'effettiva applicazione: innanzitutto non è chiaro se i nuovi compensi si debbano adottare in modo automatico o se serve una delibera di consiglio o di giunta comunale. La norma inoltre stabilisce che la misura dell'indennità di funzione spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti è incrementata fino all'85% rispetto alla stessa indennità spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti. Tuttavia non è indicato uno specifico intervento normativo che fissi i compensi dei sindaci dei comuni fino a 5.000 abitanti. Ancora, la legge non indica se a queste indennità va applicata la detrazione del 10% prevista dall'art. 1, comma 54, della legge n. 266/2005.
Infine, la norma non chiarisce se l'aumento si applica anche agli altri amministratori comunali quali vicesindaci, assessori e presidenti di consiglio comunale, i cui compensi sono stabiliti sulla base di quelli del primo cittadino dall'articolo 82 del Decreto legislativo 267/2000.
Per chiarire tutte queste incertezze presenterò a breve un'interrogazione al Ministro della Pubblica Amministrazione, al Ministro dell'Economia e delle Finanze e al Ministro dell'Interno. Credo che sia assolutamente necessaria da parte dei ministeri una spiegazione circa l'applicazione degli aumenti dei corrispettivi dei sindaci e come tale aumento vada legato alle leggi già esistenti in materia di compensi per gli amministratori locali.
L'aumento delle indennità dei sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti deve trovare una rapida applicazione. Fino ad ora lo Stato li ha trattati come amministratori di Serie B, quando invece si tratta di persone che hanno le stesse responsabilità dei sindaci delle città più grandi, dunque non si capisce perché non debbano percepire un compenso adeguato. La norma contenuta nel Decreto Fiscale doveva andare nella direzione di cancellare questa disparità, ma purtroppo così come scritta non risolve proprio nulla. Auspico che l'interrogazione trovi in fretta una risposta che possa risolvere definitivamente la questione e dare il giusto i compenso a tanti sindaci italiani".