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Museo archeologico, in arrivo fondi dal Ministero della Cultura

Un finanziamento di centomila euro per valorizzare tre capolavori con tecnologie innovative e interattive

Museo archeologico, in arrivo fondi dal Ministero della Cultura

Il progetto presentato dal Museo Archeologico di Priverno, intitolato “Svelare l’invisibile: per un dialogo con i Capolavori del Museo”, è tra i 28 progetti finanziati in Italia nell’ambito del bando del Ministero della Cultura, destinato al funzionamento dei Piccoli Musei. È il Sindaco di Priverno, Anna Maria Bilancia, a dare la notizia: «È per noi una grande soddisfazione vedere, tra i 28 progetti finanziati in tutta Italia, al 17° posto, anche il nostro, unico, insieme al progetto del Museo Archeologico di Fondi, nella Regione Lazio, ad essere stato finanziato». Un finanziamento ottenuto a pieni voti, con l’intera quota finanziabile richiesta, di 100 mila euro, concessa. Il progetto, elaborato dalla Direttrice dei nostri musei archeologici, la Professoressa Margherita Cancellieri, prevede di valorizzare e rendere più accattivante e fruibile il nostro museo, grazie all’applicazione di nuove tecnologie che valorizzeranno alcune opere tra quelle che costituiscono la preziosissima collezione, di oltre 1.000 oggetti provenienti dagli scavi condotti in questo ultimo trentennio nel sito della città romana di Privernum, esposta all’interno di un percorso museale che si snoda nelle 12 sale di Palazzo Valeriani Guarini Antonelli, un’elegante e raffinata dimora storica del ‘500, ristrutturata e riplasmata agli inizi del ‘900, ubicata nella piazza principale della città. In particolare, sono tre i capolavori custoditi nel nostro museo, destinatari del progetto: i Fasti Privernates, la Statua dell’imperatore Claudio e la Soglia Nilotica. Ancora il sindaco spiega: «Grazie al finanziamento del Ministero, questi capolavori, con l’ausilio di strumentazioni e tecnologie innovative, quali pannelli interattivi, simulatori digitali, laboratori virtuali, esperienze immersive multi-mapping e molto altro, potranno riacquistare le policromie perdute, colmare le lacune e recuperare i frammenti mancanti, per diventare parte di un percorso più facilmente accessibile a tutti, che sappia così svelare le storie nascoste dietro e dentro le opere, i dettagli tecnici e simbolici, e il loro contesto storico, oggi non immediatamente visibili».

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