Comunicare bene, in pratica
18.04.2025 - 12:49
Ti è mai capitato di uscire da una discussione pensando "avrei dovuto dire..." o "non volevo reagire così"? Le conversazioni difficili sono inevitabili: nascono sul lavoro, in famiglia, tra amici o perfino con sconosciuti. Un malinteso, un tono di voce sbagliato ed ecco che una discussione rischia di trasformarsi in un litigio. Ma esiste un modo per uscirne senza rovinare i rapporti? La risposta è sì, e il segreto sta nel gestire il confronto con metodo e consapevolezza, in 6 semplici passi.
Quando la tensione sale, la prima reazione è spesso istintiva: vorresti rispondere di impulso, alzare la voce, oppure chiuderti in silenzio. Invece, fai una pausa. Anche solo tre secondi di respiro profondo ti aiuteranno a spegnere l'istinto e a riprendere il controllo. Conta fino a 3 e non lasciare che la rabbia parli al posto tuo.
Per esempio: Qualcuno ti accusa ingiustamente di aver sbagliato qualcosa sul lavoro. Prima di rispondere di getto, fai un respiro profondo e prova a riformulare la situazione nella tua testa in modo più neutrale: "Questa persona è arrabbiata perché qualcosa non ha funzionato. Vediamo come posso risolvere". Ricorda che la cosa più importante è trovare la soluzione, non un colpevole.
La maggior parte delle persone non ascolta davvero, ma pensa già a cosa rispondere per avere ragione. Cambia approccio: prova ad ascoltare per capire il punto di vista dell'altro, anche se non lo condividi.
Per esempio: Un cliente si lamenta perché ha ricevuto un servizio diverso da quello che si aspettava. Anziché interromperlo per difenderti, lascia che parli fino in fondo e poi ripeti con parole tue quello che hai capito: "Se ho capito bene, ti aspettavi X, ma hai ricevuto Y. È giusto?" Questo abbassa la tensione e mostra che lo stai prendendo sul serio. Se non fai così lui si sentirà preso in giro e aggiungerà rabbia al suo disappunto.
Molte discussioni si bloccano perché le persone si concentrano sulle colpe anziché sulle soluzioni. Sposta il focus dal problema alla soluzione.
Per esempio: Se un collega ti dice "Tu non collabori mai!", invece di rispondere "Non è vero!", prova con: "Mi dispiace che tu la veda così. Cosa possiamo fare per migliorare il nostro lavoro?”
Anche nelle discussioni più accese, c'è sempre qualcosa su cui siete d'accordo. Trovare un punto in comune aiuta a spostare l'attenzione dal conflitto alla collaborazione.
Per esempio: Padre e figlio litigano sull'orario di rientro. Il padre dice: "Capisco che vuoi più libertà, ma è importante per me che tu sia al sicuro. Possiamo trovare un punto d'incontro?"
Frasi come "Tu hai sbagliato" mettono l'altro sulla difensiva. Al contrario, un approccio collaborativo aiuta a sciogliere le tensioni.
Per esempio: In una riunione di lavoro, invece di dire "Non hai rispettato la scadenza", prova con: "Come possiamo organizzare meglio il lavoro per rispettare le scadenze?" Il tuo interlocutore si sentirà comunque chiamato in causa, ma non sotto processo, e non potrà negare che ci sono delle cose che vanno migliorate, anche con il suo impegno.
A volte la tentazione di "vincere" una discussione è forte, ma a che prezzo? Se il tuo obiettivo è mantenere un buon rapporto e risolvere il problema, allora forse non è necessario dimostrare che hai ragione a tutti i costi.
Per esempio: Se il tuo interlocutore insiste su un errore che credi di non aver fatto, valuta se è più utile dimostrare il tuo punto o trovare una soluzione che lo soddisfi, e che ti farà conservare il cliente, o l’amico.
"Un litigio può distruggere un rapporto oppure può rafforzarlo, dipende da come lo gestisci."
In conclusione
Le conversazioni difficili possono trasformarsi in opportunità se affrontate con la giusta mentalità. Ascolta, riformula, cerca un terreno comune e punta alla soluzione. La prossima volta che ti troverai in una conversazione difficile, ricorda questi passi e vedrai la differenza.
Come sempre ti invito a scrivermi se vuoi condividere qualche osservazione o proporre un argomento per i prossimi articoli. Il mio indirizzo email è d.bersanetti@gmail.com. Grazie a chi mi ha scritto in queste settimane. Alla prossima!
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