Il quadro
24.01.2025 - 14:00
«Ancora una volta ci troviamo a denunciare una situazione che definire paradossale sarebbe un eufemismo. L’Azienda Speciale di Terracina, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello dei servizi ai cittadini più bisognosi, si rivela sempre un terreno minato, disseminato di ritardi, inefficienze e scelte amministrative a dir poco discutibili». Il Partito Democratico, col segretario e capogruppo in Consiglio comunale Pierpaolo Chiumera, riparte all’attacco e traccia un nuovo quadro impietoso sull’ente strumentale del Comune davanti a una lista di criticità che viene considerata, invece di “speciale”, «davvero impressionante».
Chiumera punta il dito sulle «richieste di accesso agli atti senza riscontri, sulle mancate audizioni, su bandi non completati, sulle rinunce di membri del Consiglio di Amministrazione appena nominati, sulla mancata approvazione dei bilanci, sulle condanne, i provvedimenti di licenziamento inevasi, i contratti a tempo rinnovati all’infinito, la mancanza di indirizzi, le violazioni statutarie».
Gestione fuori controllo
«Il bilancio preventivo del Comune si appresta a essere approvato senza che nessuno sappia nulla di quello dell’Azienda Speciale. Una violazione palese dello statuto (art. 33), ma soprattutto una mossa che dimostra quanto poco questa Amministrazione comunale tenga al rispetto delle regole e alla trasparenza. Come si possono destinare risorse pubbliche a un ente senza sapere di cosa ha realmente bisogno? Senza dargli i giusti indirizzi? Senza nominare un revisore dei conti operativo?». Per il PD l’Azienda non sarebbe neanche in grado di verificare la correttezza e trasparenza della propria gestione finanziaria. «A questo si aggiunge una situazione contrattuale al limite del grottesco: a febbraio molti dipendenti vedranno per l’ennesima volta scadere il proprio contratto senza alcuna certezza sul rinnovo o sulla stabilizzazione».
Decisioni e responsabilità
«Febbraio è anche il mese decisivo per la direttrice Carla Amici. Tra sei mesi è fissata la scadenza del suo contratto. E cosa farà il sindaco? Cosa deciderà l’assessore competente? Il suo contratto sarà rinnovato? Il silenzio che circonda questa vicenda è assordante, ma il tempo stringe». E come se non bastasse, spunta anche un capitolo che per il PD sa di beffa: «La Corte dei Conti ha richiesto la restituzione di 36mila euro al sindaco, all’assessore e al vecchio CdA, colpevoli, secondo i giudici, di non aver tutelato le finanze pubbliche. Una condanna che, guarda caso, non è stata comunicata ufficialmente ai cittadini né tantomeno ai noi nonostante la richiesta di accesso agli atti. Può un’Amministrazione comunale nascondere gli atti a cittadini e consiglieri? A quanto pare all’Amministrazione Gianetti è permesso, altro che casa di vetro promessa».
Il servizio pubblico ne paga
il prezzo
«In questo caos amministrativo - tuona Chiumera - a rimetterci sono sempre gli stessi: i cittadini. L’Azienda Speciale, nata per offrire supporto ai più deboli, è diventata il simbolo di tutto ciò che non funziona nella gestione pubblica: assenza di programmazione, mancanza di trasparenza e totale disinteresse per le regole. E così, mentre la maggioranza di destra sembra più interessata a scaricare responsabilità che a risolvere i problemi, i cittadini si trovano a fare i conti con un servizio che dovrebbe sostenerli ma che fatica a reggersi in piedi».
Basta alibi, servono risposte
«Come Partito Democratico - conclude Chiumera - non ci limiteremo a fare da spettatori a questa telenovela di opacità. Continueremo a denunciare, a chiedere risposte e a pretendere che l’Azienda Speciale torni a funzionare come dovrebbe».
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