Il punto
24.09.2025 - 14:40
Qualcuno pensa che quanto accaduto sia strettamente legato alla pioggia intensa venuta giù nella nottata. Qualcun altro addebita il fatto alle condizioni precarie dell’intera zona del canale e che la pioggia sia stata solo l’ultima “goccia” che ha fatto traboccare il vaso. Sta di fatto che, al di là delle reazioni della cittadinanza che si sono succedute sui social durante tutta la giornata, ieri mattina, in via Lungo Linea Pio VI a Terracina, si è registrato il cedimento di un tratto dell’argine del canale, lato monte, proprio a pochi passi dove sorge il ponte ciclopedonale inaugurato a febbraio scorso e realizzato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Uno smottamento che ha richiamato sul posto i vigili del fuoco, gli agenti della Polizia Locale e gli operai del Comune per valutare l’entità della lunga crepa che si è creata tra l’asfalto e il muretto che delimita l’argine. Il timore degli addetti ai lavori e dei residenti è che la fenditura si estenda ulteriormente fino ad arrivare alla base del ponte minandone la stabilità e di conseguenza la sicurezza. I cittadini, davanti alle transenne che sono state piazzate per delimitare l’area del cedimento, temono anche i tempi che ci vorranno per arrivare al ripristino della stessa. Tutti, infatti, non dimenticano che sulla sponda opposta del corso d’acqua si sono attesi molti anni per vedere la riapertura al traffico del tratto di strada compreso tra via Dante Alighieri e via Cristoforo Colombo: via libera che è avvenuto a luglio scorso. «La domanda credo sia legittima - è uno dei commenti pubblicati sui social -: il finanziamento per il nuovo ponte attraverso il PNRR non era meglio utilizzarlo per consolidare la banchina visto che i segnali di precarietà c’erano già da tempo? Gli stessi segnali che ci furono pure prima del cedimento dell’argine in via Ponte Rosso».
Alcuni cittadini hanno osservato gli operai durante il controllo ponendo l’accento su alcune buche profonde che lasciavano presagire la possibilità di uno smottamento: «Sul lato opposto del ponte, sotto l’asfalto, ci sono le rocce, mentre su questo lato soltanto del terriccio e gli sversamenti delle fognature. Resta da chiedersi - ha sottolineato un residente -, se la ditta che ha realizzato il ponte si sia resa conto delle condizioni in cui versava questo tratto e se l’Amministrazione comunale si sia adoperata per far controllare l’andamento dell’intervento».
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