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Altero Spinelli e il Manifesto di Ventotene

Alla ricerca dei tesori pontini

Altero Spinelli e il Manifesto di Ventotene

Unanimemente riconosciuto come il padre dell'Unione Europea, ha elaborato nel 1941 in collaborazione con Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, mentre erano al confino sull'isola di Ventotene, il Cosiddetto Manifesto di Ventotene, il documento base del Federalismo Europeo.

La stesura del Manifesto, le sue successive versioni e la sua diffusione sono avvolte nella leggenda. Non è stata rintracciata nessuna delle versioni dattiloscritte o ciclostilate del documento che circolavano tra il 1941 e il 1943. Così le testimonianze circa il modo in cui il Manifesto uscì clandestinamente da Ventotene non concordano. Decisivo fu sicuramente il contributo di Ursula Hirschmann, moglie di Colorni che, non essendo confinata e avendo la possibilità di mantenere rapporti costanti col marito, riuscì a far giungere lo scritto nella penisola e a diffonderlo. Secondo la versione più suggestiva, il testo, per mancanza di carta, fu scritto sulla carta da sigarette. 

Spinelli fu liberato da Ventotene dopo l'arresto di Benito Mussolini, ai primi di agosto del 1943. Di fronte a quella che era stata la catastrofe europea, Spinelli aveva maturato la convinzione che solo un'organizzazione federale avrebbe potuto farla rientrare da protagonista nel quadro internazionale. Per servire tale convinzione, Spinelli non fondò un partito, bensì un movimento trasversale ai partiti politici.

È Stato Deputato Europeo, Commissario Europeo per gli Affari Europei, per la Ricerca Generale e la Tecnologia dal 1970 al 1976. E' stato dal 1979 Deputato alla Camera. Muore nel 1986.

Nel 1993, una delle due ali dell'edificio che ospita il Parlamento Europeo a Bruxelles fu dedicata a Spinelli in omaggio alla sua vita spesa per la Comunità Europea. La costruzione è comunemente conosciuta con la sigla ASP (Altiero SPinelli).

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