La storia di ogni disciplina sportiva la fanno, da sempre, i protagonisti. Per riordinare le idee, trovare nuova linfa vitale per il movimento, provare a credere che un ricambio generazionale ci possa essere, c'è bisogno di chi, questa storia, l'ha scritta e riscritta, non una, ma più volte. Come a dire, che non ci si può inventare dal giorno alla notte e che l'esperienza, strada facendo, è un serbatoio vitale dal quale attingere quel qualcosa che possa garantire, quantomeno, un minimo di speranza. Questo ed altro ancora per parlare della scommessa di Giuseppe Scalco, responsabile del settore canoa del Terzo Nucleo Atleti Fiamme Gialle di stanza a Sabaudia. Scalco ha voluto fortemente e ottenuto dal comando generale che Antonio Scaduto, non certo uno qualsiasi, venisse trasferito nuovamente nella sua vecchia casa con mansioni di responsabile tecnico della canoa gialloverde. Per Scalco, ma innanzitutto per i vertici, l'uomo giusto al posto giusto per fare in modo che questo sport, almeno dalle parti del lago di Paola, possa tornare a risplendere di luce propria. Antonio Scaduto, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 nel K2 1000 metri, siciliano di Augusta, oggi è di nuovo il volto della felicità: «Sabaudia, le Fiamme Gialle, questo lago, sono per me molto più che una casa. Ho detto a mia moglie: 'mi vedi finalmente contento?' La risposta sta in questo incarico e per questo non finirò mai di ringraziare le Fiamme Gialle, il Terzo Nucleo Atleti e tutte quelle persone che hanno creduto e che credono in me».
Tre medaglie, altrettanti bronzi, olimpici, mondiali e ai Giochi del Mediterraneo, dovranno pur significare qualcosa.
«Rappresentano un bagaglio di esperienza importante da tramandare a chi avrà voglia di fare meglio di noi. La base da cui partire esiste, qui alle Fiamme Gialle c'è materiale sul quale lavorare ed io non ho perso un attimo. Da lunedì scorso sono operativo e mi sono messo subito d'impegno affinchè si possano gettare le basi per qualcosa di importante e, soprattutto, duraturo».
Cosa rappresenta il Terzo Nucleo Atleti di Sabaudia e questo ritorno alla base?
«Qualcosa di importante che non si può nemmeno descrivere. Sono stato investito di una responsabilità molto grande, ma sono fiero che qualcuno l'abbia fatto. Spero che la mia esperienza di atleta mi porti, un giorno, ad essere anche un ottimo tecnico. E' quello che desidero più di ogni altra cosa».
Il mondo della canoa vive un momento delicato, ma forse sono proprio i campioni del recente passato che possono riportarla in auge.
«La cosa più bella e stimolante è che i giovani con i quali sto lavorando qui al Terzo Nucleo Atleti di Sabaudia, hanno sete di apprendere, di capire. Mi fanno domande, hanno voglia di soffrire per i loro obiettivo. Questa è la strada giusta e vi posso assicurare che io sono più motivato di loro. Le Fiamme Gialle sono la storia ed io ne faccio parte da sempre. Oggi, però, sono un tecnico e voglio, come loro, imparare, giorno dopo giorno».
Di nuovo a Sabaudia, che effetto fa?
«Sono tornato a casa, a vivere su questo lago meraviglioso che per tanti anni mi ha fatto compagnia. Sono tornato in una caserma amica, con persone che mi hanno visto crescere, che mi hanno insegnato a vincere, che hanno goduto per le mie vittorie. Non potevo chiedere di meglio alla mia vita, anche se sono cosciente del fatto che mi hanno appiccicato addosso una grande responsabilità. E' giusto che sia così e sono contento che abbiano creduto in me».