"Si gira"
13.11.2018 - 14:48
"Vissi d'arte, vissi d'amore, non feci mai male ad anima viva! Con man furtiva quante miserie conobbi, aiutai". Un bilancio angustiato che, insorto dalle labbra livide di Tosca, Maria Callas non seppe mai accogliere di buon grado. Eppure visse d'arte, eppure visse d'amore, e "aiutò"con altrettanto spirito di dedizione, più di quanto (ormai scomparsa) riesca a fare oggi nei riguardi di chi, da ultimo Valentina Lodovini, è chiamata alla sfida di indossarne la vita.
La bella attrice toscana, quarant'anni portati benissimo, ha fatto il suo arrivo al Medical Pontino intorno alle 17.30, sabato scorso, al termine di un'intensa giornata di "ciak" battuti tra le vestigia romane di Cori. Con la troupe, guidata da Ferrari, ha dapprima visitato i luoghi scelti per le ultime riprese di questa puntata di "Io e Lei" dedicata alla Divina: un salto negli uffici, qualche parola scambiata con il direttore,Gianni Chiavetta, e il patron del poliambulatorio, l'ingegnere Elio Chiavetta, che hanno manifestato grande disponibilità e lodevole discrezione nel seguire da vicino, e per quanto possibile agevolare, il regolare svolgimento delle registrazioni, mettendo a disposizione del progetto le risorse e i locali della struttura.
Alle 18.15 circa - una dozzina di comparse in sala d'attesa -, il set allestito all'ingresso del Medical Pontino ha preso a marciare direttamente con un "buona la prima", filando liscio fino all'accettazione per la seconda scena e poi giù, nell'interrato, dove la Lodovini e la dottoressa Leggeri si sono cimentate in un'opera di scandagliamento della psicologia magmatica e delle insane abitudini alimentari - leggende metropolitane a parte - della regina della Scala; una conversazione riservata ai soli addetti ai lavori. Date le circostanze, abbiamo colto l'occasione per rivolgere al maestro Blasco Giurato ancora un paio di domande.
Che cosa determina nel suo stile, di volta in volta, la linea di luce per rendere al meglio un soggetto?
Sono scelte sempre determinate dal testo e poi ci si adatta ai luoghi. A Cori le location sono diventate protagoniste.
Parlando della Callas, la mente torna al tempo in cui la luce veniva gestita in altro modo, bianco e nero. Come ha pensato di onorare il personaggio con l'uso del colore?
Credo che il colore a volte possa manifestare il più bel bianco e nero. Anche la luce è un parametro di identità. Le atmosfere ambientali sono, e saranno per questo lavoro, determinanti.
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