Lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, assolto l’imprenditore Eugenio Baioni

Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, lo ha assolto perché incapace di intendere e di volere e non imputabile. Eugenio Baioni, il 52enne imprenditore di Terracina nel settore informatico dei nuovi media e presidente del Terracina Calcio, difeso dall’avvocato Lorenzo Magnarelli, è stato giudicato non processabile per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate.
La vicenda giudiziaria dell’uomo, che al momento risulta ospite in una clinica specializzata, era iniziata intorno alle 5.45 di venerdì 19 gennaio, quando il personale del Commissariato di Terracina in servizio di controllo del territorio aveva ricevuto una richiesta d’intervento da parte di una donna che, in seguito, aveva raccontato che poche ore prima era stata minacciata dal compagno e quando lui aveva dato in escandescenze, temendo per la propria incolumità, si era allontanata dalla loro abitazione rifugiandosi nella casa del cognato e qui aveva inviato la richiesta di aiuto alla polizia. Gli agenti non avevano raggiunto il 52enne nella propria abitazione perché si era presentato da solo al Commissariato, forse convinto di trovare lì la compagna. Nei locali di via Petrarca, Baioni - come aveva reso noto la Questura di Latina - era apparso aggressivo, in evidente stato di agitazione alternando momenti di lucidità con altri di manifesta confusione e comportamenti anche autolesionistici.
In quell’occasione aveva aggredito il Sostituto commissario ed era stato arrestato. Inizialmente ristretto ai domiciliari, il 20 gennaio aveva aggravato la propria posizione, con il secondo arresto in due giorni e la custodia nella casa circondariale di Latina, per aver aggredito due poliziotti e un medico pochi minuti prima del rito direttissimo in Tribunale. Due i procedimenti penali sul tavolo, quello di ieri e quello, ancora in fase di indagine, in seguito alla sua reazione violenta poco prima di comparire davanti al giudice Fabio Velardi all’indomani del primo arresto.