L'iniziativa
12.05.2024 - 18:29
Sarà per esorcizzare la paura. O sarà per guardare da vicino, anzi da dentro, una delle più importanti testimonianze di archeologia industriale. O sarà stato per entrambe le motivazioni che le visite all’interno della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino sono state più numerose che mai. «Le persone vogliono, forse, essere rassicurate che il processo di decommissioning stia andando avanti bene, in sicurezza, secondo la tempistica, vogliono capire qual è stato il modo di lavorare al tempo in cui la centrale è stata costruita, ogni volta che apriamo al pubblico vengono molti giovani, famiglie. Per noi è molto importante tutto questo», dice uno degli ingegneri che accompagnano i gruppi nel piazzale da dove ancora si vedono i sei generatori di vapore e lo spazio delle vasche fino all’ingresso del deposito temporaneo. Varcare la soglia dell’area che già custodisce «confezionati» in sicurezza 1600 fusti di rifiuti radioattivi equivale ad entrare in quello che sembra il set di un film, invece è realtà. Dentro ci sono gli schermi che controllano ogni singolo respiro di quello spazio e in un angolo è ancora possibile vedere le foto della costruzione della centrale Enel, passata a Sogin nel 1999 per avviare lo smantellamento. La «grande impresa» fu fermata a seguito del referendum promosso dagli ambientalisti. Il cronoprogramma prevede che la cosiddetta «fase 1», che precede il trasferimento di tutti i rifiuti nel deposito nazionale («fase 2»), termini nel 2031. Tappa fondamentale verso quell’obiettivo è la rimozione, il taglio e inscatolamento dei sei generatori di vapore, operazione per la quale è stato allestimento di un cantiere ad hoc che rimarrà in piedi per tre anni e consentirà di arrivare al 40% del totale del decommissioning nel sito di Latina. La mappa e la tempistica dei lavori interni all’ex centrale sono il fulcro delle visite guidate di questi giorni, che in tutti i siti delle ex centrali italiane gestite da Sogin hanno toccato il picco di 5000 adesioni complessive (quasi duemila rimasti in lista d’attesa); di questi 756 hanno fatto richiesta per il sito di Borgo Sabotino e 420 per quello del Garigliano. Un evento che ha avuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Ambiente. Si è trattato di un tour «diverso» e improntato ad una nuova ricerca della sostenibilità, ma anche di una riflessione sulla scelta ambientalista fatta dall’Italia con il referendum che ha consentito la vera svolta contro incidenti e rischi nucleari. I rifiuti radioattivi oggi già inscatolati nei fusti saranno spostati nel deposito nazionale, che ad oggi non è stato ancora individuato.
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