Il fatto
13.07.2025 - 18:10
Il cartello che annuncia ai clienti che il punto vendita Conad tra via Mascagni e via dei Bersaglieri cerca personale - a fronte della mancata assunzione di un collega dopo un lungo periodo di apprendistato - sarebbe stata l’ultima goccia, quella che ha fatto traboccare il vaso e portato i dipendenti aderenti alla Filcams Cgil di Latina e Frosinone, a scioperare e a dare vita ad un presidio sabato mattina dalle 6 alle 12 per dire basta ad una serie di comportamenti e vessazioni non più accettabili. Sui volantini e su alcuni striscioni i lavoratori hanno voluto scrivere «Persone, non cose!». Si sentono infatti trattati in maniera ingiusta. «Le lavoratrici e i lavoratori del Conad di Aprilia, hanno scioperato questa mattina - spiega la Filcams Cgil di Latina e Frosinone - perché stanchi del comportamento dell’azienda. Flessibilità fuori controllo, mancato riconoscimento delle professionalità, apprendisti usa e getta e una continua mancanza di rispetto sono i motivi che hanno portato i 18 dipendenti ad incrociare le braccia per chiedere alla società Cbm Srl, che gestisce il punto vendita, un cambio di atteggiamento e l’apertura al confronto. Tra i manifestanti anche Patrizio, ex apprendista Conad, lasciato a casa dopo 3 anni, a pochi giorni dalla nascita del figlio. I dipendenti chiedono giusti livelli di inquadramento, una turnistica che rispetti i tempi di vita e lavoro e la stabilizzazione degli apprendisti che si sono formati con successo nel punto vendita. Conad detiene una posizione preminente sul mercato di Latina e Frosinone. Le libertà che sono concesse ai soci nella gestione dei singoli punti vendita devono tener conto dei principi sociali della cooperativa che si dovrebbero basare sul rispetto dei diritti e delle persone. Questo non avviene quasi mai, in un continuo scarico di responsabilità che non siamo più disposti a tollerare».
Tra i passanti in molti hanno voluto dare solidarietà ai lavoratori e al giovane Fabrizio, consapevoli che sempre più spesso, di fronte alla prospettiva di una assunzione definitiva, il lavoratore si impegna, accetta anche di svolgere compiti e mansioni oltre le sue competenze o doveri, poi però quando arriva il momento della stabilizzazione che imporrebbe la norma, ecco la doccia fredda. E in molti vorrebbero che si dicesse basta.
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