L'amministrazione comunale dice «no» al nuovo ampliamento dell'impianto di rifiuti della Rida Ambiente. Un ampliamento che la società di via Valcamonica intende realizzare (i lavori sono già partiti) in base all'ordinanza regionale per la gestione dell'emergenza Covid-19. La società di Fabio Altissimi, sulla base dell'atto emanato dalla Regione Lazio, ha presentato lo scorso 10 aprile una Scia (dichiarazione di inizio attività) per costruire un'area ulteriore per lo stoccaggio in posizionamento D15 e R13. In pratica un deposito temporaneo per i rifiuti stoccati, visto che la società lamenta difficoltà nello smaltimento a causa di un sovraccarico delle quantità di rifiuti da trattare, nonché dell'arresto delle operazioni di trasporto all'estero dei volumi destinati a recupero energetico e della sospensione della procedura per lo smaltimento nella discarica in Toscana.
Un ampliamento temporaneo (fino al termine dell'emergenza), che la Rida non vuole eseguire all'interno dell'impianto, ma in un'area adiacente a destinazione agricola. Ed è su questo punto che l'amministrazione comunale muove le maggiori contestazioni. Possibile che un impianto mastodontico come quello della Rida abbia la necessità di ingrandirsi ulteriormente? Un sito che tra l'altro ha una capacità produttiva di 410 mila tonnellate di indifferenziato all'anno (tre volte le tonnellate prodotte della provincia) e che, a detta dello stesso titolare, prima dell'emergenza ha sempre lavorato al di sotto delle proprie possibilità impiantistiche? E' questa in sostanza l'osservazione anche del sindaco di Aprilia, Antonio Terra, che il 26 aprile ha scritto alla Regione per dire no alla richiesta del Tmb di via Valcamonica.
«L'ordinanza - afferma Antonio Terra - non legittima affatto l'ampliamento dell'impianto, men che meno su aree esterne e neppure temporaneamente. E la società, nella richiesta, oltre a non giustificare le notevoli dimensioni dell'area pavimentata, non ha verificato e documentato se questo scopo si possa raggiungere utilizzando le eventuali aree disponibili. L'ordinanza inoltre precisa che le deroghe non sono concesse in modo indiscriminato, ma devono rendersi necessarie». Su questo aspetto il sindaco è ancora più chiaro, preoccupato che la temporaneità dell'ingrandimento possa successivamente diventare un'autorizzazione stabile. «La Rida Ambiente già possiede, all'interno dell'impianto, un'area per lo stoccaggio. E per questo - afferma Terra - non possiamo accettare che venga pavimentata una zona agricola di 4 ettari esterna al Tmb per realizzare un deposito di rifiuti a cielo aperto. Tra l'altro la Scia non contiene l'impegno a ripristinare i luoghi al termine dell'emergenza sanitaria e prevede opere permanenti di trasformazione di un terreno agricolo. Inoltre manca, da parte della società, l'idonea polizza di fideiussione a garanzia del ripristino. Perciò siamo fortemente contrari alla trasformazione della zona oggetto di Scia».
Ed per questo che il primo cittadino ha scritto alla Regione per chiedere di bloccare l'intervento. «Chiediamo all'amministrazione regionale di chiarire che non è possibile realizzare nessuna trasformazione, seppur temporanea, sull'area. E che - conclude - inibisca e sospenda ogni attività intrapresa dalla Rida nella zona, visto che la società ha già avviato i lavori».