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Il fatto

Karibu, il racconto di una rifugiata: sporcizia e degrado, mio figlio stava male

Una donna ucraina si era rivolta ai carabinieri e aveva presentato una denuncia. Nell'appartamento per i rifugiati situazioni drammatiche

Karibu, il racconto di una rifugiata: sporcizia e degrado, mio figlio stava male

Materassi sporchi e vecchi. «In ogni camera da letto dove non ci sono armadi dormono quattro persone, in letti attaccati uno accanto all'altro e con materassi sporchissimi, rovinati». E' quello che emerge nelle carte dell'inchiesta sullo scandalo Karibu. E' il contenuto della denuncia di una donna di ucraina, una rifugiata, ascoltata nel corso delle indagini dalla polizia giudiziaria. Nella ricostruzione di quello che accadeva in un appartamento che doveva ospitare i rifugiati, la situazione era drammatica. C'è il caso di un bambino straniero di nove anni che frequentava all'epoca dei fatti la seconda elementare e viveva dentro quella stanza.

«Da quasi un mese si è ammalato - racconta la madre agli investigatori quando ha presentato la denuncia nel 2019 - e dagli esami effettuati è emerso che ha un'infezione, per guarire - aggiunge - dovrebbe abitare e dormire in un posto pulito, in condizioni igieniche normali e non come avviene adesso che per questioni di spazio e di scarsa pulizia è costretto a dormire in una stanza con altre persone e dormire su un materasso molto sporco. Il rischio è di infettare gli altri bambini o di aggravarsi». La rifugiata di origine ucraina è stata ospite della cooperativa Aid a partire dall'ottobre del 2018. Nell'appartamento messo a disposizione dalla cooperativa oltre alla donna e al figlio, abitavano altre sei persone: tre donne e tre bambini tutti richiedenti asilo. Nella denuncia presentata ai Carabinieri della Stazione di Latina, la donna aveva descritto le gravi carenze igienico sanitarie che avrebbero inciso sulla salute del bambino. L'inchiesta sullo scandalo dell'accoglienza è approdata davanti al gup del Tribunale di Latina Giulia Paolini. 

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