Il caso
24.09.2024 - 12:00
«Schiaffi, minacce, pizzichi», e ancora «tirate di orecchie, strattonate, insulti di ogni genere» nei confronti degli alunni della scuola Donna Lelia Caetani di Pontenuovo, a Sermoneta.
Sono alcune delle «umiliazioni e sofferenze morali e materiali» che «determinavano in seno alla compagine scolastica un clima di terrore dal quale derivava un totale stato di soggezione psicologica» racchiuse nelle motivazioni diffuse ieri in merito alla sentenza di condanna emessa il 25 giugno dal giudice monocratico del Tribunale di Latina Simona Sergio nei confronti di Alberta Tullio, una delle due insegnanti della Scuola Materna Lelia Caetani. Pena di due anni per lei perché ritenuta la responsabile del reato di maltrattamenti su minori; pena di tre mesi per Fortunata D’Anna, l’altra maestra condannata, accusata di abuso dei mezzi di correzione.
«Domani sapete che faccio?... porto il peperoncino ..e al primo bimbo che si mette le mani al naso gli metto il peperoncino alle dita», ma anche «ti spscco la capoccia», «te do un cazzotlo li stendo»: il clima che aveva instaurato Alberta Tullio era assurdo.
Fortunata D’Anna invece «abusava dei mezzi di correzione e di disciplina nei confronti degli alunni, in particolare, in più occasioni, afferrava i bambini per le braccia, li tirava, li sollevava e li trascinava».
Sono 28 le parti civili che si sono costituite e sono rappresentate dagli avvocati Carmela Massaro, Maria Belli, Valentina Macor, Fabrizio Cappio e Paolo Pasquali. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Gatta, Riccardi e Bianco.
Le indagini dei Carabinieri del Nas sono partite dopo le denunce dei genitori, i fatti contestati sono andati avanti fino al febbraio del 2017.
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