Il fatto
22.03.2025 - 15:41
«Il destino dei lavoratori rischia di essere irrimediabilmente segnato». È una denuncia dura e senza sconti quella lanciata dalla Conf.a.i.l. Metalmeccanici di Latina contro i vertici della Recoma di Sermoneta Scalo. La situazione, come descritto in una nota sindacale, è definita «drammatica», aggravata dall’assenza di risposte, dalla mancata liquidazione delle spettanze ai dipendenti e da una condizione economica ormai insostenibile per le maestranze.
«Nonostante il nostro impegno e la nostra dedizione nella ricerca di soluzioni per salvare i posti di lavoro, ci troviamo di fronte a un silenzio assordante da parte dell’azienda», scrive la Confail. Al momento, non esistono interlocutori affidabili con cui confrontarsi, e i lavoratori – e le loro famiglie – si trovano in una condizione senza sbocchi.
La Recoma, realtà produttiva storica del territorio, secondo quanto denunciato dal sindacato, starebbe procedendo verso uno scenario di totale chiusura. «Temiamo che vi siano precise volontà a voler estinguere la storia di questa azienda e quella di chi vi ha profuso il proprio lavoro, la propria vita e quella dei propri familiari».
A preoccupare maggiormente è la totale assenza di comunicazioni in merito al nuovo piano industriale, che era stato annunciato come risolutivo. «Si avvicina la fine di marzo e non abbiamo ancora ricevuto alcuna convocazione. Il piano industriale resta un fantasma e le spettanze continuano a non essere corrisposte».
La Confail annuncia il proseguimento dello stato di agitazione e chiede un intervento urgente: «Chiediamo a gran voce l’interessamento di tutte le parti in causa, delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e delle rappresentanze datoriali per sondare l’eventuale interesse a un cambio di gestione». Il timore è quello di assistere a un progressivo smantellamento dell’azienda, senza alcuna tutela per chi vi lavora.
La chiusura della nota sindacale è netta: «Noi non cediamo, non è nella nostra formazione e cultura. Siamo presenti, vigili e pronti ad ogni azione che in qualsiasi sede possa garantire e tutelare la sorte di queste persone che non meritano tale trattamento». Una battaglia che si gioca sul filo della sopravvivenza lavorativa di decine di famiglie e sulla responsabilità di chi oggi, secondo la Confail, resta in silenzio.
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