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Il fatto

Tragedia al ristorante Essenza, misure contro lo sciacallaggio

Dopo i sigilli anche le transenne contro l’accesso dei curiosi e di quanti vogliono rubare bottiglie di vino

Tragedia al ristorante Essenza, misure contro lo sciacallaggio

Domani verrà eseguita l’autopsia sulla salma di Mara Severin dal medico legale Alessandro Mariani. Poi alla compianta 31enne sommelier di Sabaudia, deceduta lunedì sera all’ospedale Fiorini in seguito alle gravi ferite riportate dopo il crollo del solaio del Ristorante Essenza di Terracina, verrà finalmente rivolto l’estremo saluto dai familiari, dai colleghi e dagli amici che ancora non riescono a credere alla sua scomparsa. Nel frattempo, com’è noto, la Procura di Latina ha posto sotto sequestro il locale, aperto un’indagine per omicidio colposo e lesioni gravissime affidando l’incarico al pubblico ministero Giuseppe Miliano ed è in procinto di nominare un perito per risalire alle cause che hanno portato al cedimento strutturale del ristorante stellato.

I familiari della vittima, dal canto loro, hanno nominato un consulenza di parte e saranno assistiti dagli avvocati Luigi e Gaetano Marino.

Tutto questo mentre proseguono le indagini sul campo del personale del Commissariato di Terracina e i sopralluoghi, tra macerie e detriti, dei vigili del fuoco del distaccamento locale in cerca di ogni elemento utile proprio per avere delle certezze sul crollo. In questo senso è sempre la ristrutturazione del ristorante che venne effettuata a gennaio, così come gli interventi effettuati il mese scorso per “tamponare” delle infiltrazioni d’acqua, a restare sotto la lente degli addetti ai lavori. Si valutano i materiali utilizzati ed eventuali modifiche apportate all’interno: non è da escludere, infatti, che per ampliare gli spazi si sia intervenuti eliminando dei sostegni portanti indebolendo, di fatto, l’intera struttura.

Struttura che, nonostante i sigilli apposti al momento del sequestro, ieri è stata cinturata e delimitata anche dalle transenne gialle posizionate dai tecnici del Comune dopo i tentativi di accesso al locale di curiosi e di quanti hanno messo nel mirino le bottiglie di vino, molte pregiate, che sono rimaste intatte sugli scaffali. Un intervento anti sciacallaggio che è stato condannato con veemenza anche dalla cittadinanza: «Siamo alla follia».

E dopo aver scelto di non rilasciare dichiarazioni a caldo, ieri ha trovato la forza di parlare lo chef e titolare di “Essenza”, Simone Nardoni, che ha ricordato un incubo che fatica ancora a mettere a fuoco e che non si dà pace per la scomparsa di sua cugina Mara. Lui, prima del disastro, era appena uscito dalla cucina e si trovava nel dehors impegnato a parlare con alcuni clienti.

A quel punto è stato chiamato dalla moglie: «Vieni un attimo dentro - mi ha detto - ci sono degli strani rumori. Il tempo di dirlo che improvvisamente si sono spente tutte le luci e si è sentito un boato provenire dall’interno. Non si vedeva più nulla. D’istinto mi sono gettato dentro questa enorme nuvola di fumo e polvere senza capire neanche cosa fosse successo, cercando Mara».

Sulle indagini in corso si è limitato a dire: «Noi siamo solo affittuari del locale e non abbiamo mai fatto altro che ordinaria manutenzione. Nulla che potesse far presagire questo disastro. Delle strutture risponderà la proprietà. Ma adesso è l’ultimo dei miei pensieri. Adesso ho bisogno di fermarmi per un po’, poi ripartiremo nel nome di Mara».

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