I tempi della giustizia continuano a strizzare l’occhio agli affari dei privati che hanno realizzato e gestiscono il centro commerciale all’angolo tra via del Lido e la strada statale Pontina, viziato da una procedura illecita, ovvero realizzato su un’area destinata all’edilizia turistico ricettiva in virtù, oltretutto “spacchettato” in tre medie strutture di vendita seppure sia stato progettato e poi edificato come una struttura unica, dotata di servizi comuni. Come sul fronte penale - con la valutazione della Suprema Corte di Cassazione ancora pendente sulla legittimità del sequestro per lottizzazione abusiva mentre il processo è alle porte per i quattro imputati - anche il procedimento amministrativo procede a rilento.
Il collegio dei giudici della sezione di Latina del Tar aveva riunito in un unico procedimento i ricorsi presentati dai privati, ossia costruttore e gestore delle attività commerciali, che chiedevano l’annullamento degli atti con i quali il Comune negava l’apertura delle tre medie strutture di vendita ultimate, ovvero quando era stata chiesta la verifica dei requisiti in seguito alla mancata apertura di due passi carrabili, poi superata con la valutazione sull’impatto della mobilità che aveva portato il Suap ad autorizzare gli esercizi commerciali nonostante la realizzazione di due accessi non previsti dal progetto. Nell’ambito di questo procedimento unico il Tar aveva deciso di avviare la procedura di verificazione per accertare la regolarità tecnica e urbanistica del progetto finito al centro del contendere, affidando a un perito l’incombenza di rispondere a una serie di quesiti.
L’onere spettava al presidente dell’ordine degli ingegneri, ovvero a chi sarebbe stato indicato al suo posto, ma ieri gli esperti hanno disertato l’udienza fissata davanti al collegio dei giudici della Sezione di Latina. Evidentemente la vicenda è complessa e chi si sta occupando della verificazione sta prendendo tempo, ma il Tar non ha ricevuto la relazione attesa, tantomeno una comunicazione sostitutiva o una richiesta di proroga dei termini. Nessun rappresentante dell’ordine degli ingegneri si è presentato ieri in aula in via Andrea Doria. Così ai giudici non è rimasto altro da fare che rinviare l’udienza in attesa della relazione chiesta. Ma intanto il centro commerciale continua a lavorare come se nulla fosse, nonostante «l’illegittimità del progetto presentato fosse talmente evidente e macroscopica da poter essere rilevata anche da non addetti ai lavori» come hanno ribadito i giudici della Suprema Corte di Cassazione nonostante l’annullamento del primo sequestro adottato dal Tribunale di Latina.