Il fatto
16.12.2025 - 11:30
Emergono i primi dettagli sui motivi che portarono in carcere a Cassino Francesco Valeriano, il dj di 44 anni morto il 10 dicembre scorso al Policlinico di Tor Vergata e già vittima di un pestaggio nel carcere di Rebibbia nel mese di giugno, aggressione dalla quale ha riportato un gravissimo trauma cranico che potrebbe essere alla base del decesso.
Valeriano ricevette un ordine di carcerazione del Tribunale di Cassino contenete la condanna divenuta definitiva per il reato di maltrattamento verso la ex moglie.
I carabinieri di Formia gli notificarono il decreto il 15 aprile e lo stesso giorno fu accompagnato al carcere di Cassino. Ci sarebbero state delle alternative al carcere come la messa in prova ai servizi sociali ma Francesco avrebbe dovuto chiederlo prima del 15 aprile. Ad ogni modo nell’istituto cassinate il dj ci resta circa due mesi, poi viene trasferito a Rebibbia dove la sera del 29 giugno accade qualcosa che la direttrice del carcere romano definisce «imprevedibile aggressione» rispondendo ad una specifica domanda della senatrice Ilaria Cucchi.
Tutto quello che è accaduto dopo è alla base dell’indagine doppia della Procura di Roma che riguarda per un verso i fatti che causarono il coma a Francesco Valeriano e per altro verso la sua morte, su cui si attendono come prima risposta gli esiti dell’autopsia. Ciò che è noto sinora è che il 6 dicembre scorso Francesco Valeriano è stato portato d’urgenza al Policlinico di Tor Vergata dall’Istituto San Raffaele di Montecompatri per cause che sono ancora sconosciute ma riportate nella cartella clinica sequestrata dalla Procura di Roma nell’ambito delle indagini legate alla morte e all’esposto dell’avvocato Antony Lavigna che rappresenta la famiglia di Francesco.
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