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L'evento

Grande partecipazione per il gran finale della rassegna “Pasolini dopo Pasolini”

Organizzata dall’Associazione Memoria ‘900 con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Velletri e Fondarc

Grande partecipazione per il gran finale della rassegna “Pasolini dopo Pasolini”

La rassegna “Pasolini dopo Pasolini. Il lascito di un intellettuale” organizzata dall’Associazione Memoria ‘900 con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Velletri e Fondarc, si è conclusa con successo dopo due giornate intense, tre eventi e una partecipazione ampia e appassionata del pubblico. Sabato mattina, 25 ottobre, si è svolto il finissage della mostra di arti figurative curata dagli studenti dell’IISS Cesare Battisti (Liceo Artistico), alla presenza del pittore Claudio Marini. Al termine dell’incontro sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai ragazzi che hanno reinterpretato l’eredità pasoliniana con uno sguardo creativo e personale. Visibilmente emozionate le docenti referenti, Maria Cristina Ferri e Roberta Frattaroli, che hanno guidato gli artisti in questo viaggio pieno di bellezza. Nel pomeriggio di sabato 25 ottobre l’Auditorium Romina Trenta ha fatto registrare il tutto esaurito per la proiezione del docufilm "Qui dove è muta Roma. L’ultima notte di Pasolini", un progetto ideato da Carmine Mastroianni con il supporto di Claudio Leoni e per la regia di Adolfo Brunacci, con protagonisti gli studenti del Liceo Classico Mancinelli-Falconi di Velletri. Prima della proiezione si è svolto un intenso dibattito moderato da Carmine Mastroianni, al quale hanno preso parte il professor Massimo Fusillo e il giornalista Giuseppe Sanzotta. Il primo ha sottolineato come, nell’opera pasoliniana, “il passato sì doveva fondere meglio col presente e Pasolini era isolato e rigoroso in questa sua battaglia. Laura Betti raccontava la creatività genetica e ossessiva di Pasolini per guardare sempre da una propria prospettiva che gli permetteva di immaginare utopie e sviluppi che allora nessuno pensava”. Carmine Mastroianni ha evidenziato il valore profetico della riflessione pasoliniana, anticipatrice di eventi centrali per la storia italiana contemporanea (le stragi, il delitto Moro, il problema energetico del petrolio): “Diceva di sapere, ma di non avere le prove”.  Nel suo intervento, Sanzotta ha invece offerto una lettura più scettica su alcune interpretazioni: "Credo poco alle ricostruzioni che partono dalla morte di Mattei, presidente dell’ENI e uomo che aveva sfidato le grandi multinazionali, e alla figura che emerge, quella di Cefis, un carattere completamente diverso che a un certo punto sparì. Ci sono misteri dietro la morte di Mattei, come dietro quella di De Mauro. Qualcuno collega questi eventi con la morte di Pasolini. Sicuramente Pasolini immaginava fosse una macchinazione perché Mattei rivoluzionò il modo di comportarsi con il Terzo Mondo." La serata si è conclusa tra lunghi applausi del pubblico. A suggellare questo prezioso momento culturale, il vicepresidente di Memoria '900 Rocco Della Corte, insieme alla presidente Emanuela Treggiari, ha chiamato sul palco per un saluto e un ringraziamento il sindaco di Velletri Ascanio Cascella, il regista Adolfo Brunacci e la dirigente scolastica del Liceo Mancinelli-Falconi Serena Incani, sottolineando la forte sinergia tra istituzioni, scuola e mondo della cultura per mantenere viva la memoria e l’attualità del pensiero pasoliniano. Domenica 26 ottobre, sempre presso l’Auditorium Romina Trenta, la rassegna si è conclusa con un ultimo evento di grande intensità: la proiezione del film “La ricotta” di Pier Paolo Pasolini, seguita dagli interventi del professor Rino Caputo, docente di letteratura e tra i maggiori esperti pasoliniani, e di Silvio Parrello, poeta, pittore e amico personale di Pasolini, noto anche come “Er Pecetto”, personaggio del romanzo “Ragazzi di vita”. Parrello ha regalato al pubblico un momento emozionante, recitando a memoria alcune pagine del romanzo e diverse poesie, tra cui “Supplica a mia madre” di Pasolini e una poesia da lui stesso scritta in omaggio all’amico scomparso. Una testimonianza di memoria impressionante e cultura straordinaria, espressa con genuinità e sensibilità quasi fanciullesca, che ha emozionato profondamente la platea.

 

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